L’autobiografia dell’ex capitano dell’Inter

Nereo Rocco, storico allenatore del Milan (anni ’60 e ‘70), ci consegnò una massima che oggi spopolerebbe sotto forma di hastag: «In campo come nella vita». Ovvero: dal comportamento del giocatore si può intuire qualcosa dell’uomo. Il motto del “Paròn” (così era soprannominato il tecnico triestino) potrebbe comodamente riassumere l’autobiografia ufficiale di Javier Zanetti, scritta assieme al giornalista Gianni Riotta e intitolata ‘Giocare da uomo’. Ritiratosi nel 2014, il campione argentino ha fissato il record di presenze sia con la maglia dell’Inter, indossata per ben 869 volte, sia con quella della nazionale Albiceleste (145 gettoni).

Non di questo mondo.

Nel libro la bandiera nerazzurra si racconta a partire dall’infanzia, toccando tutte le tappe della lunga carriera ed intervallando la narrazione con riflessioni a più ampio respiro. Emerge il ritratto di un uomo talmente integro da poter quasi risultare fastidioso, ma d’altra parte – e torniamo allo slogan di mister Rocco – già lo Zanetti giocatore non era tutto di questo mondo. Tecnicamente, eticamente, esteticamente. Un rebus per i pagellisti: quando mai era insufficiente? Una soluzione per gli allenatori: dove lo mettevi stava. Un eroe scolpito (mai un capello fuori posto) e al contempo futurista (sempre in movimento, da cui il soprannome “Tractor”) per i tifosi. Insomma, un super pacco regalo sigillato da un carisma non rumoroso ma concreto. Così appariva Zanetti in televisione. Il libro, Giocare da uomo, scava più in profondità, ma non cercate retroscena piccanti o velenosi: “Pupi” concede giusto la nomina al peggior allenatore mai incontrato, che vi lasciamo scoprire.

Tutti i gol di Zanetti con l’Inter.

A ritmo costante.

Per il resto, la sua vita appare come un ruscello di montagna che si gonfia sino a farsi fiume impetuoso, destinato a sfociare nel mare della gloria (un dove e un quando ben precisi: 22 maggio 2010, Madrid). Non che siano mancate le difficoltà sul cammino di Zanetti: per dirne giusto un paio, ha lavorato di notte ancora adolescente e ha perso l’amata mamma a poco più di trent’anni. Ciò che si percepisce leggendo è la naturalezza con cui Javier è cresciuto, diventando un uomo e un calciatore di successo; merito anche di una famiglia solida e di una moglie fedele quanto lui alla sua Inter. Le quasi 300 pagine del libro scorrono al ritmo del suo protagonista: non repentino ma costante, come quelle cavalcate palla al piede che hanno accesso tanti cuori nerazzurri ed argentini. Chiudendo il volume rimane l’idea che no, Zanetti non è tutto di questo mondo, ma non per questo il suo punto di vista deve rimanerci estraneo.

Perché leggere Giocare da uomo di Javier Zanetti:

per ricordare una leggenda della storia interista; per conoscere meglio storia e principi di uno sportivo modello.


Titolo: Giocare da uomo
Autore: Javier Zanetti (con Gianni Riotta)
Editore: Mondadori
Anno: 2013
Pagine: 292

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