Una “normale” storia di grande basket


Un cameo d’eccezione.

Odiavo Larry Bird non è un libro sull’NBA. E nemmeno su Larry Bird a dirla tutta. Il numero 33 dei Boston Celtics, tra i migliori cestisti di tutti i tempi, compare nel primo capitolo ma poi, di fatto, siede in panchina lasciando per una volta spazio ad altri protagonisti. Il principale è Mario Fumagalli che a 37 anni, quindi nel 2006, ha pubblicato questo libro sponsorizzato addirittura da Dino Meneghin, leggenda dello sport italiano ed autore dell’introduzione. Tifoso di Los Angeles Lakers (da qui l’avversione per Bird) ed Olimpia Milano, Fumagalli è cresciuto con il sogno del basket ma non è riuscito a raggiungere il professionismo. La pallacanestro però non si è dimenticata di lui e diversi anni dopo si è ripresentata alla sua porta, con il volto dell’amico Alberto e il nome di Associazione sportiva Mojazza: le 156 pagine del libro raccontano l’esperienza in questa società dilettantistica con sede nella fascia nord di Milano.

Una nuova sfida.

Già laureato in giurisprudenza, sposato (con figli) ed occupato nel settore assicurativo, Mario ha raccolto l’invito cominciando ufficialmente nell’estate 2003, come porta-borracce/assistente allenatore della prima squadra iscritta al campionato di Seconda Divisione. Che non è la serie B del basket ma un livello molto più basso, l’ultimo facente riferimento alla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro). Insomma, agli estremi confini della mappa cestistica nazionale. Eppure tanto è bastato per riaccendere in lui il fuoco della sfida, al punto che nei mesi successivi è tornato a mettersi in discussione anche come giocatore, in una squadra di ragazzi tutti sui vent’anni. I risultati sono stati sorprendenti e non solo in termini di canestri: con la canotta giallonera della Mojazza, Fumagalli ha riscoperto emozioni antiche ma mai dimenticate: i legami con il gruppo, la dedizione agli allenamenti, l’adrenalina delle partite. Una routine non così distante da quella dei professionisti della tivù.

Siamo tutti Fumagalli.

Odiavo Larry Bird risulta dunque apprezzabile anche se non parla di NBA ed Eurolega, o forse proprio per questo. Per una volta a prendersi il proscenio è una storia “a misura d’uomo” fin dal nome del protagonista (non ne abbia a male), Mario Fumagalli, che con la sua ordinarietà sembra rappresentare tutte quelle persone amanti del basket che per motivi diversi non hanno potuto o voluto farne un mestiere di cui campare. Gente che ha imparato a battere altre strade, ma che appena possibile torna a sudare nel primo campetto disponibile a caccia di un’altra sfida, un altro tiro decisivo, un altro momento in cui sognare e sentirsi speciali. La forza di questo libro risiede quindi nella sua più marcata vicinanza alla cosiddetta gente comune: in molti potranno ritrovare qualcosa di sé stessi nella passione del protagonista, un uomo come tanti con un amore come pochi. Tutti invece potranno ricordare (o imparare) che «il raccogliere e riempire borracce esattamente come l’essere Dino Meneghin, sono con pari dignità una via per diventare uomini». Questo non l’ha detto Mario Fumagalli. L’ha detto Dino Meneghin.

Perché leggere Odiavo Larry Bird di Mario E. M. Fumagalli:

perché è un libro in cui tanti potranno ritrovare la loro piccola grande storia; perché parla di amore per il basket, di cui c’è sempre bisogno.


Titolo: Odiavo Larry Bird
Autore: Mario E. M. Fumagalli
Editore: Ares
Anno: 2006
Pagine: 157

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