Perdibili storie di Formazione e Pallone

Il calcio in filigrana.

Si sarà certamente divertito Fabrizio Biasin scrivendo il suo Odio il calcio, un insieme di storie personali affrescate con simpatica briosità. Tanti episodi tutti accomunati dal calcio, da lui direttamente vissuto in adolescenza, seguito da tifoso fin dall’infanzia, assunto infine come professione nell’ambito del giornalismo scritto, televisivo, mediatico. Si sarà divertito Biasin a raccontare e ci divertiamo anche noi, a leggere il suo testo ironico e spiritoso. La tematica sono tante esperienze di vita attraversate dal calcio, rilette a partire da esso e riproposte avendo come sfondo lo sport più famoso. In una trentina di capitoli, senza apparente ordine logico, l’autore propone una raccolta delle sue avventure familiari (dagli improbabili weekend sulla neve alla vacanza in Turchia passando maldestramente per Sofia, in Bulgaria). Siparietti gustosi, battibecchi domestici, passatempi vari in mezzo a stadi, allenamenti, partite, trasferte. Questo è il movimentato e divertente ménage di casa Biasin.

Una vita nel pallone.

L’autore ricorda le proprie esperienze affettive – da innamorato tredicenne a uomo maturo felicemente sposato -, il proprio incarico di allenatore nei Giovanissimi della Guanzatese, le situazioni legate alla professione di giornalista sportivo (campagna acquisti, eventi di rappresentanza, recensioni obbligate…) E poi, finalmente, il grande calcio, quello ufficiale, dei grandi allenatori e dei grandi calciatori. Biasin, interista dichiarato, esce allo scoperto e ci rivela con equilibrio e oggettività chi merita di essere considerato realmente un campione. C’è dunque il calcio vero in questo libro? Certo che sì! E comunque, tutto quello che qui viene descritto è vero: il calcio considerato secondo alcune particolari sfaccettature, le emozioni, la riconoscenza, la nostalgia, le ingenuità. Il mondo del pallone in tante sue pieghe. Tutto autentico, immediato, spontaneo. Le stesse caratteristiche, par di capire, della personalità vulcanica dell’autore, che con naturalezza ci ha spalancato le porte dei suoi ricordi, delle sue aspirazioni e dei suoi rimpianti. Colpisce piacevolmente il suo modo scanzonato e grottesco di esporre, che tende a minimizzare le situazioni, a relativizzare i suoi vissuti, a non darsi delle arie.

Sogni calcistici (quasi) avverati.

Le vicende presentate sono reali, accadute e documentate: è la loro narrazione fantozziana a conferire leggerezza ed efficacia alla dissacrante disamina del mondo calcistico (e quindi della vita stessa del narratore). Nel libro, Biasin sembra sottolineare l’idea che ogni singolo momento del proprio percorso di vita meriti di essere ricordato e abbia valore, anche se non ha contribuito a realizzare le ambizioni che ci si era prefissati e non ha permesso di tagliare chissà quali traguardi. Tutti i pezzetti di strada hanno però consentito di arrivare al punto in cui ci si trova. E Fabrizio, lui stesso lo ammette, si è comunque realizzato grazie al calcio, anche se non nella stessa modalità in cui lo aveva immaginato. Da persona riuscita e grata, da figura pubblica di successo con molteplici responsabilità, non dimentica i propri sogni e le proprie origini. È rimasto profondamente se stesso, libero e irriverente, tutt’altro che vittima del proprio punto di arrivo. Senza recriminazioni o accuse. Egli dunque non odia il calcio, ma coloro che in quel mondo – nel suo mondo – proprio non ce la fanno a non prendersi troppo sul serio. A “tirarsela”, direbbe lui.

Perché leggere Odio il calcio di Fabrizio Biasin:

per capire un po’ meglio cosa significhi amare il calcio.


Titolo: Odio il calcio
Autore: Fabrizio Biasin
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2023
Pagine: 189

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