Musica, calcio e tumulti

Tango calcistico, di Andrea Costantino Levote, imprime pathos e particolari movenze artistiche al gioco del calcio. Che non è solo “gioco”, ma musica, cultura, qualità di vita, cassa di risonanza dei propri ideali. Il libro offre pagine intrise di musicalità: le parole, le speranze, le ostinazioni di chi entra in scena ne sono pervase, ricevendone ritmo e leggerezza. Si tratta al tempo stesso di un’opera di sport e di impegno civile. Ritmata da passi di danza e dribbling ubriacanti in cui echeggiano voci incantevoli e cronache epiche. Lo spartito dell’intero “spettacolo” è rigorosamente argentino. Come gli interpreti: argentini o naturalizzati. E trattandosi di calcio albiceleste, era impossibile non fossero menzionati i due assoluti fuoriclasse Diego Armando Maradona e Alfredo Di Stefano. Con l’aggiunta, come leitmotiv di sottofondo, delle palabras di Victor Hugo Morales (poesie più che semplici parole) e del lunfardo di Carlos Gardel (identità di un popolo, e non solo idioma del suo tango). Il volume ruota attorno alle vicende di queste quattro leggende, con fugaci apparizioni di altre celebrità musicali (Astor Piazzolla su tutti), sportive (come El Flaco César Luis Menotti o El Matador Kempes) e… religiose (Jorge Mario Bergoglio!). I brevi capitoletti sono presentati in una gradevole alternanza di forme narrative. Da quella dialogica, tipica del romanzo, a quella del resoconto e della rivisitazione. È qui che vengono incastonati alcuni episodi chiave della vita dei protagonisti. Incisivi flash di cronaca permettono inoltre di ricreare i fatti nella loro ambientazione politica: colpi di Stato, prese di potere, regimi militari, complicità internazionali; e anche contestazioni, marce, scioperi. Fenomeni di una tale portata e gravità da indurre tutti, compresi artisti e calciatori, a non restare indifferenti e a prendere una chiara e ferma posizione.

I magnifici quattro.

Le storie dei quattro campioni – Maradona, Di Stefano, Morales, Gardel – si intrecciano in una suspense coinvolgente: vengono accennate, sospese, riprese, condotte all’epilogo o al culmine del loro fulgore. Identico è l’incipit per (quasi) tutti: i bassifondi dei quartieri argentini. In strada con qualsiasi tipo di pelota o per esibizioni canore. Così per Carlos Gardel, il grande baritono che ha portato il tango in giro per il mondo con un migliaio di dischi incisi. Una star mondiale abituata alle tournée planetarie a cui fu fatale un incidente aereo ancora in pista. Così per Di Stefano (alias “Saeta Rubia”, Freccia Bionda), tutto velocità e intelligenza tattica. L’uomo di punta del River Plate, punito dalla propria società per aver aderito allo sciopero che chiedeva il riconoscimento del salario minimo, per l’intera categoria dei calciatori. Debutto simultaneo e parallelo quello del Diez azul y oro (Dieguito Maradona) e di Victor Hugo Morales, giunto al giornalismo sportivo direttamente dalla facoltà di Giurisprudenza. I gol del primo epicamente raccontati dal secondo. Emblematico un evento che li accomuna: la storica partita del 22 giugno 1986. “Vendicando” sul campo la guerra persa per le Isole Falkland-Malvinas di qualche anno prima, il primo ballerino “El Diez”, nell’impeto di una sua tipica irrefrenabile “danza argentina”, si prende gioco di tutta la nazionale inglese. Morales, il telecronista cantastorie uruguagio trasferitosi in Argentina, intona il peana in onore della strepitosa impresa di Diego, la “migliore del secolo”. Facendo esplodere di gioia il calcio argentino e dando voce al tripudio di un’intera nazione. «Quando Diego segna, Morales accelera e conduce il tango».

Campioni e musica.

L’autore ha allestito un’opera vivace e armonica, con un ritmo che riesce ad ipnotizzare il lettore. Accompagnandolo nel graduale crescendo delle piccole biografie che si affacciano e si intersecano nel corso della trattazione. Apprezzabili le saltuarie parentesi, utili a inquadrare nel giusto contesto storico – spesso politicamente incandescente – le vicende raccontate. Levote fa trasparire il suo amore per l’Argentina, terra povera e generosa, ingegnosa e fiera, sempre in tumulto. Egli pare essersi integralmente immedesimato in quella cultura. Come testimonia la sua partecipazione agli eventi, descritti con l’immediatezza di chi quei momenti – drammatici o esaltanti che siano – li ha interiorizzati e fatti propri. L’Argentina, oltre ad aver offerto al mondo campioni della levatura cui si fa cenno nel libro, non ha mai smesso di donare all’umanità la sua peculiare “colonna sonora”. Aiutandoci così – nonostante tutto – a danzare la vita secondo le note ardenti e le decise cadenze dei suoi irresistibili tanghi.

Perché leggere Tango calcistico di Andrea Costantino Levote:

per accostare dettagli inconsueti ed elementi inediti di alcune personalità dello sport e della musica; per la comprensione della valenza sociale e politica della cultura artistica e calcistica argentina.


Titolo: Tango calcistico
Autore: Andrea Costantino Levote
Editore: Bookabook
Anno: 2021
Pagine: 134

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