Un pamphlet contro il Barcellona di Guardiola

La squadra dei miracoli.

Cosa è rimasto del Barcellona di Guardiola al tifoso italiano medio? Presumibilmente tanti ricordi dorati: le vittorie schiaccianti, la “manita” al Real Madrid, la filosofia del mister (Guardiola, per l’appunto), i record di Messi, i panegirici della stampa e chi più ne ha ne metta. Michele Dalai, giornalista appassionato di calcio, ha contribuito a modo suo con un “pamphlet” di aperta contestazione. Ma contestualizziamo: con “Barcellona di Guardiola” si fa riferimento ad una squadra di calcio che ha conquistato 3 campionati spagnoli e la bellezza di 11 coppe, comprese 2 Champions League, tra il 2008 e il 2012. Un palmares miracoloso. Non solo: si è trattato di un gruppo di atleti fenomenali che hanno dominato il gioco con uno stile caratteristico, basato su lunghe sequenze di passaggi (preferibilmente rasoterra) e su improvvise accelerazioni in zona d’attacco. Il miracoloso tiqui taca: passaggio qui, passaggio là, avanti, indietro, destra, sinistra, tic, toc, tic, toc. Gol.

Voce fuori dal coro.

Non solo: la punta di diamante di quella squadra è stato l’argentino Lionel Messi, ancora in attività mentre scriviamo e comunque in lizza per il titolo di miglior calciatore di tutti i tempi. Si può ragionevolmente supporre che quell’edizione del Barcellona abbia messo d’accordo tanti, se non tutti i calciofili del mondo, dal giornalista filosofeggiante al buontempone del bar sport. Invece no. Qualcuno si è opposto. Qualcuno ha scheggiato il muro dei consensi, qualcuno ha proposto la sua riforma protestante con tanto di tesi in 115 pagine. Questo “luterano” del pallone è proprio Dalai, che si è sorbito l’epopea dei catalani e poi è passato al contrattacco esponendo le sue idee in un libro, pubblicato da Mondadori ad inizio 2013. Il titolo è un manifesto: Contro il tiqui taca – Come ho imparato a detestare il Barcellona. Che significa contro l’opinione comune, gli ossequi omologati, le constatazioni amichevoli. Soprattutto, contro la dittatura sportiva di una squadra tanto efficace quanto essenzialmente e tremendamente noiosa. Secondo l’autore, ovviamente.

Il grande scontro.

All’interno del testo, di rapida lettura e percorso da un’ironia appuntita, Dalai scuote il palazzo senza fare prigionieri: ce n’è per tutti, dall’orgoglio catalano a mister Guardiola, dal già discutibile Busquets all’indiscutibile Messi. A sostenerlo nella sua crociata tre nemici giurati di quel Barça: in ordine d’apparizione Zlatan Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo e l’immancabile José Mourinho. Un cast d’eccezione per una “battaglia” dialettica che saprà farvi sorridere (anche nelle note a fondo pagina) e riflettere, porgendovi un punto di vista originale per l’epoca ed ugualmente gradevole ad anni di distanza. Tranquilli, il grande scontro non mieterà vittime: del resto, si sta parlando “solo” di calcio. Però la sfida è lanciata: voi da che parte state?

Perché leggere Contro il tiqui taca di Michele Dalai:

perché un po’ di sano tifo da bar fa sempre bene; perché è una lettura veloce e simpatica.


Titolo: Contro il tiqui taca
Autore: Michele Dalai
Editore: Mondadori
Anno: 2013
Pagine: 115

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