Tra Olbia e l’NBA la vita di Gigi Datome


«Non parliamo di oggetti. Li usiamo come nesso, inserendoli nella tua quotidianità, per esplorarla e sviscerarla, per far capire chi sei veramente, per mostrare l’uomo che c’è dietro al giocatore, cercando di aprire a chi legge anche alcuni aspetti della tua interiorità che di fatto si riversano sulla pallacanestro». La frase è presa da un dialogo tra i due co-autori del libro: Luigi Datome, il protagonista della narrazione, e Francesco Carotti, attuale dirigente della Virtus Roma con un passato da giornalista speso tra Corriere dello Sport, La Stampa, SuperBasket e Il Tempo. Aver messo all’interno dell’introduzione una frase del genere permette di scansare il lettore da qualunque tipo di equivoco: il libro che andrà a leggere non è un’autobiografia di uno sportivo come tutte le altre. Infatti l’errore di valutazione in cui potrebbero cadere i più efferati appassionati della palla a spicchi (errore commesso anche dal sottoscritto), è quello di aspettarsi un libro di gustosi aneddoti, particolarmente atteso per motivi temporali (uscito a ridosso dell’estate del ritorno azzurro ad un mondiale di basket dopo 13 anni) e legati al personaggio (si è di fronte ad uno dei 6 giocatori italiani che nella storia hanno partecipato all’NBA, e per giunta capitano della Nazionale). Niente di tutto ciò. Il libro è un’introspezione del Datome uomo che racconta, in maniera molto riflessiva e per certi versi un po’ filosofica, di aspetti inevitabilmente connessi alla sua professione: il giocatore di basket.

Gli oggetti della vita di Gigione.

La scelta presa e da subito giustificata dagli autori è quella di raccontare Datome non in maniera cronologica, bensì attraverso oggetti importanti della sua vita (dalla chitarra all’Eurolega, passando per il suo cellulare). Datome si racconta come se stesse scrivendo il proprio diario personale (diario che rientra tra gli oggetti citati durante l’avventura azzurra): eppure i tanti aneddoti citati, e che potrebbero essere affrontati in modo più esaustivo, tagliente e approfondito, vengono gestiti per far vedere come Gigi si è mosso e cosa ha imparato da quelle situazioni. Più che il fatto è protagonista il discorso sul fatto. Emerge alla perfezione il Datome-pensiero, il Datome-atteggiamento ed il Datome-stile di vita che in fin dei conti sono il significato esperienziale del titolo Gioco come sono. Eppure, arrivati all’ultima pagina di un testo che si legge in maniera molto scorrevole, rimane come l’amaro in bocca di aver gustato solo alcune pieghe di circostanze vissute da un personaggio invece molto ricco. Le infinite panchine in NBA, l’iniziazione con Chauncey Billups, il miracolo romano e la gloria con il Fenerbache sono solo alcune delle situazioni in cui si guarda e si giudica Datome. Ma resta comunque il rammarico di sentirsi confermare per l’ennesima volta che Obradovic è un mister passionale che in qualunque modo ottiene tutto dai suoi e che invece Van Gundy è uno grande coach ma altezzoso e strafottente; poco altro.

Un mondo basic.

Forse l’essere circondati di autobiografie che bucano la pagina condiziona nel leggere le righe scritte dal duo Carotti-Datome e proprio per questo il giudizio sul libro non può non prendere in considerazione come appare tutta la normalità di Gigi. Il rapporto con la Sardegna e con la sua famiglia è descritto in maniera talmente profonda che il lettore può immedesimarsi e confrontarsi, lo stesso vale per le disavventure passate con i social network (il casino combinato con la FIP è davvero notevole) e per l’impatto dell’italiano in America, con annessa la sua folle passione per le macine. Più si avanza nella lettura e più Gigione da sportivo inarrivabile diventa un normalissimo ragazzo che ama il suo lavoro e che riempie il testo di insegnamenti e richiami. Tutto qui: un’autobiografia molto particolare!

Perché leggere Gioco come sono di Gigi Datome:

perché il racconto del rinnovo con la Virtus Roma è drammatico ed allo stesso tempo meraviglioso e sintetizza benissimo l’essenza di Gigi.


Titolo: Gioco come sono
Autore: Luigi Datome con Francesco Carotti
Anno: 2019
Editore: Rizzoli
Pagine: 255

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