Storia di una leggenda del ciclismo

L’Icona.

Ci sono dei nomi che sono delle chicche, storie di imprese avvincenti e di uomini eccezionali, risultati sportivi come battaglie dell’età del bronzo, uomini un po’ divinità, appannaggio di veri intenditori e appassionati. Chicche della storia, tesori da indagare.
Certi campioni invece, sono di tutti. Puoi essere il più profano dei profani, il più giovane dei ragazzini, ma se sei italiano, sai per certo chi è Fausto Coppi. Forse sai, un po’ per sentito dire della rivalità con Bartali, che è diventata un proverbio. Crosetti, nel suo “Il suo nome è Fausto” Einaudi, stile libero extra, 2019, ci accompagna nelle pieghe un po’ più profonde, ai bordi della fotografia simbolo, due campioni in bianco e nero che si passano la borraccia.

La storia.

Il mosaico viene affidato alle persone che l’hanno conosciuto, ciascuno di loro aggiunge un pezzo. Così il padre, che parla dei frutti dei suoi lombi, Fausto e Serse, così diversi con gli stessi geni, tutti nati in sella, con la ruota che girava da sola, per questo si dice libera; lo stesso Serse, la cui prematura scomparsa fu la prima grande ombra nel cuore di Fausto, la Bruna, la moglie di campagna, fedele, che aveva sposato l’uomo e patito il campione, la dama bianca, la femmina che l’aveva rubato dal letto consacrato e portato dove il cappotto era più bianco e il maglione più morbido, anche se il Fausto era già un signore, dicono. Il processo per abbandono del tetto coniugale, i gregari, la strada e molti altri, tutti indispensabili. L’Italia che consegna allo sport un senso di futuro.

Il ritratto.

Conosciamo un uomo silenzioso, un fuso, secco e teso, che si sbriciola quando cade, trasparente come il vetro, ma letale quando è intero. Al cuore di Fausto non interessa la fatica, continua a pompare letale, pressione sanguigna quaranta, ma se si scoraggia, passano nel cielo tutte le nuvole del mondo. Fausto vive solo in bici, anche se non sorride mai, fa la dieta, beve solo acqua, tutto normale per noi nativi CR7, ma non settanta anni fa, si fa cambiare la bici ad ogni gara, tutto normale per noi nativi vale46, ma non settanta anni fa. La penna di Crosetti è precisa, gira veloce come la pedalata che racconta, ed è sensibile nel calarsi ogni volta nella voce narrante, sempre diversa, sempre chiara.

Il ciclismo.

Sullo sfondo uno sport crudele, cattivo, che crepa le ginocchia dei figli, quando la vena della rotula di Fausto si gonfia i gregari di Bartali fanno la spia, forse stavolta si passa, a volte era vero, si passava, ma a volte no. Quando Fausto vince, il radiocronista trasmette la musica da ballo, in attesa del secondo classificato. Fausto si gratta la caviglia fino a sanguinare, appoggia la pasticca di stricnina, così il veleno entra nel sangue, come una dama che si uccide per amore. Dicono.

Perché leggere Il suo nome è Fausto Coppi di Maurizio Crosetti:

perché è un ritratto di un campione sublime, una dedica a un personaggio storico, raccontato da una penna chirurgica e appassionata.


Titolo: Il suo nome è Fausto Coppi
Autore: Maurizio Crosetti
Anno: 2019
Editore: Einaudi
Pagine: 215

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