Biografia del Fenomeno da Rio de Janeiro all’Inter

Dove il Fenomeno.

A Rio de Janeiro c’è un campo di calcio intitolato a Ronaldo Luis Nazario de Lima, per tutti Ronaldo, uno dei più forti giocatori di sempre. Su quel rettangolo consumato si esibisce il Sao Cristovao, la squadra in cui il giovane Ronaldo militò all’inizio degli anni Novanta. Oggi quel terreno è diventato un luogo di culto, anche per merito di una scritta dipinta sul muro dietro ad una delle due porte. AQUI NASCEU O FENOMENO: Qui è nato il Fenomeno. Con questo soprannome Ronaldo si è affermato in tutto il mondo. Se per caso voleste anche voi calpestare quelle mitiche zolle, non dovete fare altro che comprare un biglietto per Rio de Janeiro, affrontare il volo transoceanico, orientarvi nella ex capitale brasiliana, chiedere il permesso al Sao Cristovao. Nel migliore dei casi. Oppure, più comodamente, potreste acquistare un libro intitolato Io, proprio io, Ronaldo. E’ stato scritto nel 1998 da tre autori: il giornalista sportivo Bras Henrique, il cronista Luiz Carlos Ramos e lo scrittore Luiz Puntel. Sono tutti brasiliani e questo è il primo motivo per dargli credito, poiché hanno avuto la fortuna di vivere da vicino l’ascesa di Ronaldo, un tornado che ha stravolto il mondo dello sport come pochi altri prima di lui.

Come il Fenomeno.

Henrique, Ramos e Puntel ci riportano nel quartiere di Rio dove nacque il Fenomeno. A Bento Ribeiro, nella strada intitolata al general Cesar Obino, il piccolo Dadado (nomignolo famigliare) mosse i suoi primi passi. Dietro un pallone, ovviamente. Appena un po’ più grande, chiamava a raccolta i cuginetti e qualche amico per organizzare le partite quotidiane. Sentite un po’: «…riceveva il passaggio da qualcuno, portava palla, dribblava il primo avversario, faceva una finta al secondo, lasciava indietro il terzo, tirava forte e il pallone finiva in fondo alla rete, colpendo in pieno le piante che stavano tanto a cuore allo zio Iremar». È o non è proprio lui! Quell’attaccante incredibile che i tifosi di tutto il mondo, senza distinzioni, hanno ammirato a bocca aperta? E qui era solo un bambino! Ma Ronaldo, anche quando era Dadado o Ronaldinho, per distinguersi da un omonimo compagno di nazionale, era già Ronaldo: «Per lui, era la stessa cosa giocare una partitella per strada a Bento Ribeiro o l’incontro che avrebbe deciso il campionato. Era uguale: quello che contava era mettere la palla in rete».

Perché il Fenomeno.

Il libro è emozionante perché ci riporta alle origini del giocatore e ci restituisce la sua semplice straordinarietà, se così si può dire. Nel corso degli anni, guardandolo in azione, si è spesso avuta l’impressione di non avere parole del tutto adeguate per definirlo. I termini come “fuoriclasse”, gli aggettivi più lusinghieri, non lo inquadravano del tutto. C’è quel soprannome, Fenomeno, etimologicamente “ciò che appare”, che oggi lo identifica di fronte a un altro grande Ronaldo (il portoghese Cristiano). In effetti Luiz Nazario de Lima è sempre stato un’evidenza, una prova più che un indizio, un qualcuno da ammirare in silenzio più che descrivere a parole. Un Fenomeno con la “effe” maiuscola. Io, proprio io, Ronaldo, racconta la crescita repentina di quel ragazzo umile, le prime tappe della sua carriera, i rapporti umani, i patemi interiori, i dettagli tecnici (anche se c’è un errore nella traduzione italiana: il FIFA World Player 1996 viene scambiato con il Pallone d’Oro; quell’anno il brasiliano vinse solo il primo). Per quanto necessariamente incompleto, questo breve libro farà felici tutti gli amanti di Ronaldo e del calcio in generale. In fondo, è la stessa cosa.

Perché leggere Io, proprio io, Ronaldo di Bras Henrique, Luiz Carlos Ramos e Luiz Puntel:

perché è come andarlo a trovare nella sua casetta di Bento Ribeiro, ed accompagnarlo sulla vetta del mondo calcistico.



Titolo:
Io, proprio io, Ronaldo
Autore: Bras Henrique, Luiz Carlos Ramos, Luiz Puntel
Editore: Giunti
Anno: 1998
Pagine: 118

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