Una storia di sport e integrazione


Un ragazzo fortunato.

Così viene definito Mattia Marino, quattordicenne bello, sveglio, popolare e di buona famiglia. Dovrebbe essere felice, ma un profondo disagio interiore difficile da identificare lo divora, regalandogli notti insonni e una doppia vita. Mattia – figlio modello di giorno – passa le notti in una discarica di automobili, con il permesso del vecchio Nanni, che in cambio gli chiede un favore peculiare. Mattia può restare al cimitero delle auto solo se ogni tanto rompe il parabrezza delle macchine parcheggiate nelle strade della città, procurando lavoro a Nanni.

Un incontro sbagliato. O forse no.

Mattia, l’abbiamo detto, è fortunato. Nessuno l’ha mai colto sul fatto nei suoi atti di vandalismo. Ma una sera gli va male, e il ragazzo si trova faccia a faccia con un uomo burbero che gli propone un accordo. L’uomo, che dice di chiamarsi Angelo Masso, non sporgerà denuncia, ma Mattia lo dovrà cercare il giorno successivo. Il ragazzo accetta, e il giorno dopo la sua rabbia è aumentata, e non fa che crescere quando vede la ragazza dei suoi sogni salire in moto con la sua nemesi. Così, quando arriva a casa e vede che la madre ha assunto degli operai per costruirgli una piscina per l’imminente compleanno, scarica la sua ira sul ragazzo alto e muscoloso che sta scavando in giardino, alzando il dito medio. Il gesto viene ricambiato, e Mattia torna in sé, ma sa che dovrà tenere fede al patto. Per caso riesce a scoprire l’identità dell’uomo: Masso è un vecchio pugile che possiede una palestra che una volta allenava campioni e ora è poco più di uno sporco bugigattolo.

La vita è un ring.

In palestra, Mattia rimane spiazzato da Masso. Cosa vuole da lui? Perché non lo denuncia? Angelo è un uomo con un passato difficile e dei fantasmi che annega nella bottiglia, ma il cui sogno di trasformare dei ragazzi delusi dalla vita in campioni della boxe prevale sempre e comunque. Mattia sta al gioco. Ancora non sa cosa si aspetti quell’uomo da lui, ma intuisce che in quella stanza malmessa finalmente potrà trovare un analgesico alla sua rabbia. Però le cose non sono così semplici: in palestra incontra l’ultima persona che si sarebbe aspettato di trovare, ovvero il ragazzo della piscina, che si presenta come Alì, magrebino rifugiato alla ricerca di una seconda occasione. In maniera naturale eppure ingiustificata, tra i due ragazzi nasce una forte rivalità, che li porterà ad allenarsi motivati dall’odio che si è instaurato tra loro. Eppure, quando la vita si fa più complicata e succedono eventi al di fuori del loro controllo, il rapporto tra i due ragazzi subirà una svolta inaspettata.

Più che un romanzo sulla boxe.

Il rischio che si corre nel cercare di definire Kappa O., è quello di ridurlo a schemi preesistenti. È un romanzo di formazione, una storia di rivalità e amicizia, di scoperta dei propri sentimenti. Ma è anche la storia di un ragazzo che trova nella boxe il modo di dar voce alle parole mai dette; e nemmeno la somma di tutti questi aspetti può rendere giustizia alla bravura di Dimitri Galli Rohl, regista e scrittore lucchese. Il libro è scritto con cura e una piacevole ricercatezza che rende la lettura impegnativa ma adattissima ai ragazzi a partire dai 14 anni. La profondità con cui sono indagati i pensieri e la psicologia dei personaggi, ne rendono l’evoluzione affascinante.

Perché leggere Kappa O. di Dimitri Galli Rohl:

perché mostra il modo in cui uno sport spesso frainteso come la boxe possa essere l’occasione per dar voce alle cose non dette.



Titolo: 
Kappa O.
Autore: Dimitri Galli Rohl
Editore: Einaudi Ragazzi
Anno: 2019
Pagine: 204

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