L’Inter ‘93/‘94 e una passione genuina quanto un panino alla… coppa


Se c’è una cosa bella, nella letteratura, è la democrazia. Sia di chi legge che di chi scrive. Tutti possiamo leggere ciò che vogliamo e tutti possiamo cimentarci con la scrittura di ciò che vogliamo. Certo, poi i risultati non son tutti uguali: di Gianni Brera o di David Foster Wallace mica ne nascono tanti. Francesco Rovida questo lo sa, eppure niente gli ha vietato di portare in libreria La Coppa è servita (Urbone Publishing, pp. 129), sua terza fatica letteraria ma il suo primo romanzo.

La stagione più pazza della pazza Inter.

Partiamo dal libro. È una lettura leggera, semplice, che scorre veloce e che riempie il tempo con simpatica compagnia. Racconta di papà Stefano e dei suoi figli, i gemelli Sandro e Chicco. Son tre salumieri, interisti fino al midollo, ritratti (nella “fotografia” di questo romanzo) nell’annata forse più pazza che la Beneamata abbia mai vissuto: quella 1993/1994, quando in campionato rischiò addirittura la retrocessione mentre in Coppa Uefa alzò al cielo il trofeo. Non una scelta casuale, come spiega l’autore, dato che è quella che meglio rappresenta forse la fondatezza del motto «pazza Inter». Nelle 129 pagine de La Coppa è servita si ripercorre la stagione nerazzurra e buona parte delle partite di quell’annata attraverso l’occhio, le parole e la simpatia dei tre protagonisti e di quel piccolo mondo che ruota attorno a loro, dai clienti della salumeria ai “compagni” di stadio. A impreziosire il tutto, la prefazione a firma di Gianpiero Marini, ex calciatore dell’Inter e quell’anno allenatore che portò alla vittoria della Coppa Uefa dopo essere subentrato in corsa all’esonerato Osvaldo Bagnoli, il mago della Bovisa.

Da dietro un bancone a dentro un libro.

Fin qui, la banale ricostruzione del racconto. La cosa, però, si fa decisamente più interessante quando si scopre che Rovida stesso di professione fa il salumiere, proprio nella storica attività (in via Roma, a Lodi) aperta dal padre Ernesto e dove lavora insieme al fratello gemello Angelo. Insomma, il suo breve romanzo è una trasposizione fantasiosa della sua vita quotidiana, fatta di signore Palmira da servire con precisione certosina, di belle Isabella che fan girare la testa e di prese in giro dei fornitori milanisti come Alvaro. I personaggi del libro (e Rovida lo dice chiaramente) esistono, lui li vede e ci parla quotidianamente. L’autore non ha dovuto fare altro che estremizzarli un po’, caricaturizzarli e immergerli in un mondo inventato ma che, in fondo, tutti viviamo quotidianamente.

Un romanzo… spensierato.

La Coppa è servita non è un’opera che resterà negli annali. La scrittura di Rovida è entusiasta ma un po’ acerba. Non a caso, le sue due precedenti opere, sempre a tinte nerazzurre, erano più dei saggi (il primo del 2015, interamente dedicato all’ex interista Istvan Nyers, il secondo del 2016 e dedicato a tutti i 267 calciatori stranieri che avevano, fino a quell’anno, vestito la maglia interista). Con intraprendenza, coraggio e una buona dose di sana incoscienza, Rovida ha deciso di provare a mettere insieme la sua passione da studioso per l’Inter e il suo amore per la realtà dando vita a questo romanzo. I dialoghi risultano deboli (troppo precisi e poco “sporchi”), i personaggi eccessivamente caricaturizzati e poco scavati, eppure non si può fare a meno di provare empatia, soprattutto se si è di fede nerazzurra, con Stefano, Sandro e Chicco, con le loro palpitazioni calcistiche (e forse finanche amorose…), con la loro genuina passione per la professione e per il pallone. «È un libro spensierato che mi rispecchia molto», ha detto Rovida in un’intervista a Il Giorno, e questa spensieratezza positiva traspare. L’autore non ammanta la sua penna e la sua storia di un peso specifico che non hanno e non possono avere. Ha voluto semplicemente raccontarci una storia dal sapore genuino. Un po’ come un panino con la coppa (con la “c” minuscola, però).

Perché leggere La Coppa è servita di Francesco Rovida:

perché il bello dello sport è la passione di chi lo segue. E questo libro è pura passione. Del resto, non si vive di solo Brera e Foster Wallace…



Titolo:
La Coppa è servita
Autore: Francesco Rovida
Anno: 2018
Editore: Urbone Publishing
Pagine: 129

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