Un’intervista sullo sport balcanico

«Lo sport talvolta è uno strumento d’identità: un mezzo per comprendere chi siamo veramente».

Prendete un tavolino, un semplice cocktail e due persone appassionate allo sport come lente d’ingrandimento per spiegare la storia. Poi scegliete il coacervo di complicazioni e problematiche più strane del ‘900: i Paesi Balcanici, la cosiddetta “polveriera d’Europa” di inizio e fine XX secolo. A quel punto vi conviene di munirvi di taccuino perché Marco Ballestracci, già autore di libri sportivi come A pedate. 11 eroi e 11 leggendarie partite di calcio edito sempre da Mattioli 1885 nel 2008, ha il compito di solleticare le corde giuste di Sergio Tavčar, istituzione del giornalismo sportivo che ha legato gran parte delle sue fortune a Tele Capodistria, emittente televisiva slovena che trasmetteva in Italia e nei paesi Balcani numerosi eventi sportivi in diretta. Per chi non lo conoscesse il giornalista nato a Trieste è stato negli anni ’80, assieme al più “commercializzato” Dan Peterson, una delle voci più influenti ed interessanti nel raccontare il basket europeo ed americano. Nelle 108 pagine edite da Mattioli 1885 si passa al setaccio, sotto forma di intervista, il contenuto che Tavčar possiede di più in assoluto: l’evoluzione dello sport balcanico e le sue numerose e fitte relazioni con la situazione storico-politica dei paesi coinvolti, in particolar modo dagli anni ’70 in avanti.

Il contesto.

Il libro però non è un libro di sport; è molto di più. È un’indagine accurata e allo stesso tempo accennata di alcuni aspetti folkloristici che da sempre contraddistinguono i popoli protagonisti della fascia di terra analizzata nelle pagine del libro: croati, serbi, bosniaci e sloveni. Prima però di entrare nel vivo del libro come il miglior Safet Susic faceva nelle difese di mezza Europa, Tavčar ci tiene a presentarsi dicendo sì di essere nato a Trieste ma che «anche se dal punto di vista etnico sono il perfetto discendente della mescolanza connaturata a questi territori, dal punto di vista culturale e linguistico sono senza dubbio sloveno. Perciò posso affermare d’essere italiano solo per questioni di passaporto e per null’altro». L’occhio sloveno di Tavčar è lo strumento che viene offerto a Ballestracci per entrare nelle pieghe delle descrizioni dei diversi luoghi toccati tangenzialmente nel testo ed ordinati da una più che utile appendice finale. Il contesto infatti sono le due fasi della guerra in ex Jugoslavia (1990-1999) spiegate in maniera sintetica ed efficace nelle ultime pagine del libro.

I protagonisti.

Tavčar passa in rassegna le vicende più eclatanti a livello storico-politico-sportivo legate ai Balcani: trovano ovviamente spazio gli scontri del Maksimir tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa Belgrado («il caso più clamoroso di preveggenza nello sport»), o la storia di Sinisa Mihajlovic, nato da padre serbo e madre croata, trovatosi una situazione surreale dall’oggi al domani a seguito della proclamazione dell’indipendenza croata. Ritratti calcistici di campioni, eroi della palla a spicchi (i “maestri jugoslavi” Dalipagic, Delibasic e Cosic: esempi dell’utopia di fratellanza jugoslava), ma anche personaggi anomali come lo sciatore sloveno Jure Franko, medaglia olimpica ai giochi invernali di Sarajevo del 1984. Campioni che hanno vissuto, convissuto e giocato assieme, ma che sono stati allo stesso tempo portatori di valori connaturati e radicati nei propri popoli di appartenenza: i croati geniali, i serbi sfacciati pronti sempre ad emergere e gli sloveni umili faticatori. Sono tante le figure che prendono forma all’interno del puzzle descritto da Tavčar e, grazie alle pennellate di memoria storica del giornalista, trovano senso e significato all’interno di paesi segnati da scelte politiche tutt’oggi insepiegabili.

Perché leggere Lo sport e il confine del mondo di Sergio Tavcar e Marco Ballestracci:

perché se quando sentite parlare di basket e Croazia pensate solo ed esclusivamente a Drazen Petrovic, beh questo è il libro che fa per voi.


Titolo: Lo sport e il confine del mondo
Autore: Sergio Tavcar e Marco Ballestracci
Editore: Mattioli 1885
Anno: 2019
Pagine: 108

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