Alla scoperta del più grande collezionista di figurine al mondo


Tutti abbiamo collezionato le figurine dei Calciatori da ragazzini. E quasi tutti, prima o poi, abbiamo smesso. C’è stata una stagione calcistica in cui ci siamo detti «no, quest’anno l’album non lo faccio più». Alcuni invece non hanno mai smesso, e ogni anno l’album sul campionato italiano non se lo fanno mancare, non importa non siano più ragazzini. Ci sono poi coloro che l’album lo fanno solo ogni quattro anni, in occasione dei Mondiali, perché è un modo per partecipare al grande evento. E c’è poi chi non solo ogni anno fa l’album, ma fa GLI album, al plurale. Perché prende e completa tutte le raccolte calcistiche che si affacciano sulla terra. È il caso di Gianni Bellini, che in 500 “figu” per un Bordon (Urbone, 2019, 105 pp.), scritto a quattro mani col giornalista Lorenzo Longhi, racconta la sua storia e la sua passione che lo hanno portato a diventare il più grande collezionista di figurine al mondo.

Un secondo lavoro.

Cominciò tutto con Ivano Bordon. Era infatti la figurina del portiere dell’Inter che mancava a Gianni Bellini per completare il suo primo album, quello dei Calciatori 1972/73. Quando infine ne entrò in possesso, cominciò una storia straordinaria. Lui non lo sapeva ancora, ma quello era il primo album di una collezione che dopo quasi cinquant’anni ne annovera oltre 4000. A Bellini non sfugge nulla di ciò che viene pubblicato nel mondo, e riesce a entrare in possesso di qualsiasi collezione di “figu”, pure di quelle più strampalate e mal prodotte, come l’album venezuelano non autorizzato uscito in occasione dei Mondiali del 2006. Il collezionismo è una cosa seria, e Bellini prende la sua passione con serietà, rendendola di fatto un secondo lavoro e dedicandoci diverse ore ogni giorno, oltre a spenderci diverse migliaia di euro ogni anno.

Shalimov e Sulser.

La passione è il fil rouge della breve opera, gli innumerevoli aneddoti sono gli ingredienti forti, perché l’autore di storie e storielle simpatiche da raccontare ne ha davvero tante. Da quella volta che partecipò al quiz di Mike Bongiorno dovendo riconoscere le figurine, a quell’altra in cui chiese aiuto a Kolyvanov e Shalimov per tradurre delle cards russe scritte in cirillico, arrivando a quando sfidò l’ex centravanti del Grasshopper Claudio Sulser nel ricordarsi a memoria la formazione della squadra zurighese della stagione 1977/78, la narrazione è leggera e piacevole, a tratti proprio divertente.

La passione non ha prezzo.

È un libro che non ha grandi pretese se non quella di raccontare una passione, e centra pienamente il suo obiettivo. Anche grazie a una dose di ironia davvero notevole, che emerge pure nella scelta di far scrivere la postfazione a Giovanna Guidotti, ovverosia la Signora Bellini, che si è ritrovata la casa invasa dalle figurine e anziché prendersela a male è diventata spalla fedele e preziosa per il marito. E fu proprio lei a fare cenno di no con la testa quando il suo Gianni si trovò fra le mani un assegno in bianco dove poteva scrivere la cifra di vendita della sua collezione. Non se ne fece nulla, perché, come dice Bellini, «Non è il valore in sé, è il valore per me. E non ha prezzo».

Perché leggere 500 “figu” per un Bordon di Gianni Bellini e Lorenzo Longhi:

perché per tutti noi era un’impresa completare un album. E allora uno che ne ha completati 4000 è un po’ il nostro eroe.


Titolo: 500 “figu” per un Bordon. Nel mondo di un collezionista.
Autore: Gianni Bellini e Lorenzo Longhi
Editore: Urbone Publishing
Anno: 2019
Pagine: 105

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