L’autobiografia del Poz


«Ho vissuto per buttare la palla in un canestro». Sono queste le prime parole con cui Gianmarco Pozzecco inizia il libro sulla sua vita. Queste parole ricche di austerità, quasi a fare il verso agli incipit delle memorie scritte dai grandi della storia, sono poste da preludio e introducono la grande novità che quasi non ci si aspetta: un Pozzecco “filosofo” che riprende le esperienze vissute traendone suggerimenti e consigli per tutti. Non a caso ognuno dei 21 capitoli di cui si compone il libro ha come titolo un suggerimento che poi il protagonista scandaglia e descrive nel corso delle pagine (ad esempio il primo capitolo è intitolato Datti un obiettivo da perseguire). Fermi tutti però; non pensate ad un personaggio diverso da quello che da anni popola le pagine del nostro basket, il Poz è sempre “matto da legare”, ma è cresciuto e dal suo percorso professionale ed umano ha imparato tanto. In fondo il Poz è ben rappresentato dalla foto del suo volto che è in copertina al suo Clamoroso: il viso serio, in posa per i fotografi, in cui però si intravede un sorriso, come se stesse scoppiando a ridere. E dal racconto della sua storia emerge un insegnamento in particolare: la vita è seria e ricca anche di imprevisti e di bocconi amari, ma affrontarla con allegria e spensieratezza te la fa godere pienamente.

Da Micol a Recalcati.

Il libro è il perfetto specchio di quello che è il Pozzecco che abbiamo imparato a conoscere sui campi da gioco e dalle pagine dei giornali: la prima star a 360° del nostro basket. Nel raccontare la storia della sua carriera, il Poz è coadiuvato da Filippo Venturi, scrittore di gialli e grande appassionato di basket, che attua un meccanismo efficace e vincente, quello che alla fine già Dado Lombardi utilizzava in campo, lascia carta bianca al playmaker italiano. Ne viene fuori un romanzo di una vita, tutt’ora in costruzione, che è un fluire di pensieri, riflessioni, aneddoti e gag. L’evoluzione segue l’ordine cronologico degli avvenimenti: inizia in una palestra triestina dove un omaccione tutto sigarette e pallacanestro si traveste da eros per far innamorare un piccolo ragazzino della palla a spicchi. Con Tullio Micol, personaggio pluricitato da Pozzecco sia nel corso del libro che durante le sue interviste, inizia il fascino per il basket ed anche il rapporto con le figure più controverse nella storia del Poz: gli allenatori. Lombardi, Ganna, Repesa, Recalcati e Tanjevic sono solo alcuni dei personaggi con cui Pozzecco si è allenato, scornato e più o meno chiarito; per tutti però ci sono parole che analizzano le decisioni prese e ne esaltano i suggerimenti maturati. E probabilmente non è così casuale che oggi Pozzecco sia proprio diventato un allenatore, nonostante nel libro venga paragonato ad uno che interrompe un amplesso con la propria fidanzata.

Pozzecco in panchina qualche anno fa.

Tante risate.

Ma ovviamente una costante del libro è anche lo “stream of consciusness pozzecchiano” con cui vengono raccontate le sue bravate. Si ride tanto in Clamoroso, con un Pozzecco travestito da Gianburrasca dei parquet d’Italia che snocciola aneddoti su aneddoti simpaticissimi (modalità già toccata da Mondadori con il Belin, che paddock di Carlo Pernat). La leva militare con Bulgheroni, la macchina di De Pol o la sfida suicida lanciata a Sale Djordevic sono raccontati con invidiabile dovizia di particolari: il Poz si ricorda ogni singolo istante ed è un fiume in piena nel descrivere tutto. L’amore per Varese e per Bologna, l’amicizia con gente come De Pol, Basile e Danilovic, il tormentato rapporto con la maglia azzurra sono le stanze in cui si muove la vita e la carriera di uno dei personaggi unici dello sport italiano. Un giocatore a cui nessuno può volere male, tanto da regalargli un farewell tour in stile Kobe Bryant, un campione universale. «Io ero un protagonista nel bene e nel male, un giocatore spettacolare, genuino, fuori dalle righe della banalità, uno da prendere o lasciare». Per quanto mi riguarda: io il Poz lo prendo sempre!

Il saluto finale di Cantù, pubblico da sempre rivale di Varese, all’ultima del Poz da avversario.

Perché leggere Clamoroso:

perché della presunta rubata a Jordan e dello scherzo a Carlo Maria Martini forse ne avete sentito parlare, ma dell’idrante in discoteca a Ginobili potete leggerlo solo nelle pagine di Clamoroso.


Titolo: Clamoroso. La mia vita da immarcabile
Autore: Gianmarco Pozzecco con Filippo Venturi
Editore: Mondadori
Anno: 2020
Pagine: 271


Per leggere l’intervista a Gianmarco Pozzecco clicca qui.

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