Alla scoperta del mito charrùa


«Con arroganza, ho preteso tramutare un mito e una leggenda in un racconto, ma ovviamente non ci sono riuscito. Meglio così, che leggenda sia, gli si addice di più». Con queste parole Daniel Console, giornalista sportivo argentino, decide di chiudere la sua ultima fatica letteraria dedicata ad un personaggio leggendario per il calcio albiceleste: Tomàs Felipe Carlovich, el “Trinche”. Il Trinche Carlovich, un personaggio unico nel panorama calcistico dell’Argentina, amante ed amato dalla città di Rosario e simbolo di un calcio bello e divertente, fatto per far innamorare il pubblico. Forse è anche per questo, per la scelta di un soggetto variopinto dalle mille sfaccettature, che il libro di Console è difficilmente incanalabile in un genere letterario e paragonabile ad altre biografie di sportivi (seppur con una risonanza mediatica maggiore a quella del “Maestro” Carlovich). Quello di Console è un tentativo di svolgere una tesi di laurea sul giocatore rosarino con l’ausilio di tutte le fonti a disposizione: interviste di ex compagni, testimonianze di chi lo ha visto giocare, tabellini dei match, articoli di giornale e documenti ufficiali dei club. Ed anche a livello di resa grafica e d’impaginazione sembra proprio che il libro ricalchi le tesi di laurea di oggi: formato A4, difficilmente collocabile in uno scaffale con altri libri e particolarmente complesso da maneggiare. Forse anche su questo ci si è fatti troppo trascinare dall’ecclettismo del Trinche.

Il Central de Cordoba.

L’obiettivo, nemmeno troppo nascosto, è quello di dettagliare il più possibile chi fosse quello che Maradona dipinse come il giocatore più forte d’Argentina. Eppure tutta la pretesa di scientificità che Console cerca di dare a Carlovich non riesce lo stesso a delineare i tratti di un giocatore leggendario. Quando si parla del “Trinche” (soprannome che non ha un significato ben preciso…) si parla di un volante, un numero 5 alto, dal capello lungo e la barba folta (figlia dei suoi geni slavi) che dispensava giocate imprevedibili di alta classe ad una velocità tutta sua (il suo marchio di fabbrica era il doppio tunnel avanti ed indietro). Uno spirito bohèmien che amava l’alcool, le risse (anche in campo) ed odiava le regole. Quando si parla del “Trinche” si parla dell’amichevole della Selecciòn Rosarina contro l’Argentina a pochi giorni dai mondiali del 1974: la partita in cui quelli di Rosario umiliarono l’Albiceleste, tanto da portare il selezionatore Cap a scongiurare per la sostituzione di Carlovich a fine primo tempo. Quando si parla del “Trinche” si parla delle sue tre (3!) partite nella Primera A argentina: sì perché il Maestro ebbe un unico grande amore, fatto di momenti intensi e di tradimenti, con il Central Cordoba (ma non definitelo calcio minore). Il Gabino Sosa di Rosario era casa sua, ed è lì dove si sono scritte le pagine più vere della carriera del “Trinche”.

La leggenda del “Trinche”.

Ma tutta la bellezza della storia calcistica del “Trinche”, che giocò la sua ultima partita a 54 anni, risiede nell’incapacità di essere inquadrato all’interno di uno schema. Lo stesso autore Console all’interno del libro confessa di molti innamorati di Carlovich che non lo hanno mai visto giocare né dal vivo, né in tv e lo hanno conosciuto grazie ai racconti di amici di Rosario. “E’ esistito veramente?” è la domanda che più volte emerge nelle pagine finali del libro, quasi a sottolineare come il “Trinche” sia diventato uno stereotipo di un calcio spensierato, genuino ed estetico, il calcio che tutti almeno una volta abbiamo giocato o sognato di giocare (lontano anni luce da quello dei giorni nostri). Carlovich è un’esperienza estetica di calcio da tramandare a tutti ed il libro di Console è lo strumento perfetto per iniziare a raccontare la sua storia.

Perché leggere Il “Trinche” Carlovich di Daniel Console:

perché il Trinche è una storia leggendaria adatta per i bambini, ma che ammalia anche gli adulti.


Titolo: Il “Trinche” Carlovich. Il settimo era un folletto
Autore: Daniel Console
Editore: Independently Published
Anno: 2018
Pagine: 233

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