L’autobiografia del cestista americano

«E così sei di nuovo dentro al gioco al 100%. Quando sei a casa, quando sei a letto, anche nei giorni di riposo lui ti consuma, e tu vuoi che sia così». La frase citata viene riportata all’interno del testo a poche pagine dalla conclusione quando il protagonista del libro, Andre Iguodala, racconta in modo meticoloso la routine a cui costantemente è sottoposto un giocatore di basket, sia che sia un rookie alle prime armi, sia invece che si tratti di un campione esperto che ricomincia la preparazione per preparare una stagione a seguito di un’annata precedente fatta quasi esclusivamente di vittorie. Tra i capisaldi della letteratura sportiva sarebbe quasi da scomodare il fortunatissimo Open del duo Agassi-Moheringer per avvicinare Il sesto uomo ad un’esempio di autobiografia a tutto tondo. Spiazza nel racconto della vita di Iguodala la capacità di distaccarsi dalle situazioni per saperle giudicare, l’attenzione con cui vengono trattate le azioni chiave del gioco sistemico dei Golden State Warriors ha la stessa centralità, se non addirittura inferiore, del giudizio che l’MVP delle Finals 2015 dà sulla considerazione offerta all’interno della società americana, e dell’NBA, del fenomeno del razzismo. A Iguodala si affianca nella scrittura Carvell Wallace, produttore di podcast e collaboratore di ESPN di Oakland, che ha aiutato il cestista americano ad incanalare il suo flusso di pensieri; altrettanto vincente la traduzione italiana fatta da Mauro Bevacqua, firma tra le più informate ed esperte sulla pallacanestro americana, che ha saputo riportare efficacemente il testo edito da Add Editore, casa editrice molto attiva sul fronte basket con libri quali Time Out, Coach Wooden and me e Sulle spalle dei giganti.

La riserva vincente.

Andre Iguodala non è il primo nome che viene in mente se si pensa all’NBA del 2020, probabilmente non è neppure il 50esimo. Eppure stiamo parlando di un giocatore forte non solo atleticamente, ma soprattutto mentalmente. Un giocatore in grado di vincere il primo MVP delle Finals da difensore, difendendo nel 2015 su LeBron James nelle finali del primo anello vinto dai Warriors di Kerr contro i Cleveland Cavs. Inoltre, come il titolo del libro fa immaginare, Igoudala ha iniziato a vincere in NBA quando ha deciso di sacrificare il suo essere star della squadra, come lo era stato in precedenza a Philadelphia e a Denver, per diventare un giocatore che si mette umilmente a disposizione del contesto del team entrando dalla panchina. Una scelta non facile da accettare perché nella maggior parte dei casi essere una “riserva” vuole dire non essere essenziale («Entrare dalla panchina è come dover cavalcare un’onda già in movimento e sei chiamato a dare il tuo contributo su qualcosa che sta già accadendo»). Fidarsi di Kerr e delle sue intuizioni sono stati la manna dal cielo per Andre che ha potuto così integrarsi alla perfezione in quella macchina quasi perfetta che sono stati i Golden State Warriors dal 2015 in avanti.

Gli aneddoti interessanti.

Ogni pagina del libro di Iguodala è ricca di concetti di analisi su ogni singola situazione affrontata: dall’infanzia a Springfield assieme alla madre, al college ad Arizona dove si scontra con diverse personalità di allenatori, fino al primo periodo in NBA con la convivenza con Iverson e il rapporto formativo con Chris Webber a Philly. Non mancano affondi su Danilo Gallinari, ritenuto tra le righe come la vera arma in più di quei Denver Nuggets che arrivarono a spaventare la leaderhip dell’Ovest prima dell’infortunio del Gallo nel 2013, su Steph Curry (uno che eccelle anche a golf e ping pong) e sulla trattativa per portare Durant a San Francisco. Ma più che gli aneddoti di campo è il punto di vista di Iguodala il vero protagonista del libro: uno che è arrivato al massimo del successo ma che riesce a guardarlo con il giusto distacco, a volte sottolineando a tal punto i sacrifici svolti da portarlo quasi ad odiare lo sport che lui stesso ama, con l’obiettivo di riuscire sempre ad essere libero. Per questo Il sesto uomo è una vera e propria sorpresa come testo in quanto, pur mantenendo come riferimento la linea cronologica della carriera di Iguodala, tratta parallelamente macrotematiche interessanti e profonde con cui qualunque sportivo di alto livello è costretto a convivere. E forse che a raccontarle dal di dentro dello star system NBA sia un giocatore lontanissimo dall’essere una superstar talentuosa e inflazionata rende tutto più attraente.

Perché leggere Il sesto uomo:

perché Iguodala è un Agassi travestito da giocatore di basket che passa sì in rassegna la sua carriera da giocatore, prediligendo però di raccontare tutto ciò che ha imparato come persona.



Titolo:
Il sesto uomo
Autore: Andre Iguodala con Carvell Wallace
Editore: Add Editore
Anno: 2020
Pagine: 296

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