L’Olanda spiegata attraverso il calcio


«Noi olandesi diamo il meglio quando possiamo combinare il sistema con la creatività individuale. Johann Cruijff è il rappresentante principale di questo approccio. Ha ricostruito questo paese dopo la guerra».

Può un paese con un’ancestrale storia commerciale alle spalle e indipendente dal Congresso di Vienna del 1815, selezionare come uomo più importante della propria storia un calciatore? Sì, se questo sportivo è l’uomo che ha riportato l’Olanda sulla bocca di tutti, sì se quest’uomo è quello che ha creato il “mestiere del calciatore”, sì se quest’uomo è il principale fautore del calcio moderno, sì se quest’uomo si chiama Johann Cruijff.

Il calcio totale.

È lungo questa direttrice che si scandaglia la narrazione che David Winner decide di svolgere nel suo libro: l’autore ritiene infatti che la storia del ‘900 olandese non possa essere letta senza considerare quel fenomeno planetario che prese il nome di “totalvoetball”, calcio totale. E così il racconto della nascita della scuola calcistica olandese, la rivoluzione degli orange, viene letta in parallelo ai cambiamenti sociali e culturali che attraversano il paese dei tulipani dagli anni ‘60 in avanti. Lo spazio, concetto alla radice del pensiero calcistico orange, viene riletto avvicinandolo all’attenzione allo spazio avuta dagli olandesi nella storia (dalla costruzione di mulini e canali fino alle strategie di guerra attuate contro gli spagnoli).

Cruijff e gli altri.

Il fenomeno con il numero 14, ed il suo mentore Rinus Michels, sono solo alcuni tra i soggetti indagati da Winner che traccia una mappa che comprende tutto il meglio, ed il peggio, espresso dal calcio olandese contemporaneo. Dall’Ajax di Buckingham a quello di Louis Van Gaal, passando per i tre olandesi del Milan (ed al trionfo europeo del 1988) fino ai ragazzi del Suriname (Davids, Seedorf, Kluivert ecc…). Il libro è un continuo spaziare dal calcio alla storia sociale, culturale e artistica olandese tanto che il lettore si troverà quasi ad immaginare uno scambio di pennellate o un palleggio prolungato tra Piet Mondrian e Gerrie Muhren, accomunati da un modo di concepire la vita a tinte arancioni. Ne emerge uno spaccato di un Paese tutto fiero della sua rivoluzione incompiuta (le due finali perse dall’Olanda) a livello calcistico ma riuscita a livello culturale, un modo di vivere incomprensibile ai più ma tipicamente olandese. Perché, come recita un vecchio detto del posto, «Dio creò il mondo, ma gli olandesi crearono l’Olanda».

Perchè leggere Brilliant Orangdi David Winner:

perché dal libro emerge che l’uomo vitruviano per gli olandesi indossa il numero 14.



Titolo:
Brilliant Orange. Il genio nevrotico del calcio olandese
Autore: David Winner
Editore: Minimum Fax
Anno: 2017
Pagine: 362

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