Chiacchierata con l’autore de Il grande libro della Formula 1

Già vicedirettore de La Gazzetta dello Sport e inviato sulla Formula 1 per il Giornale, Umberto Zapelloni è un’apprezzata firma sul mondo dei motori. Nel 2020 ha dato alle stampe due libri: La Formula 1 in 50 ritratti (Centauria edizioni) e Il grande Libro della Formula 1 (Baldini+Castoldi) a quattro mani con Luca Dal Monte. Pubblicazioni sulle quali abbiamo scambiato quattro chiacchiere.

Il grande libro della Formula 1 è un’opera monumentale. Viene subito da chiedersi: quanto ci avete messo, lei e Luca Dal Monte, a realizzarla?
«Vent’anni fa avevamo pubblicato La Rossa e le altre, sempre con Baldini + Castoldi (anche se allora il + era una &) che raccontava i primi 50 anni del Mondiale. Allora raccogliemmo molto materiale che poi non potemmo utilizzare perché l’editore ci chiese di contenere il racconto. Questa volta ci è stata fatta la richiesta contraria: raccontare i 70 anni di Formula 1 nel modo più completo possibile. Quindi ci siamo buttati sui vecchi appunti, recuperato vecchi dischetti (non semplice) e poi abbiamo lavorato sugli ultimi 20 anni. A spanne 7/8 mesi… Durante il lockdown non abbiamo avuto tempo per annoiarci…».

Completezza è la parola chiave per definire Il grande libro della Formula 1: c’è tutto, da Silverstone 1950 ad Abu Dhabi 2019. Ma perché ci stesse tutto ci sono volute oltre 1300 pagine. Nelle vostre intenzioni, è un’opera che nasce per essere letta d’un fiato, come un romanzo, oppure per finire su uno scaffale come libro da consultazione?
«Il libro è concepito in modo da permettere l’approccio che ognuno preferisce. Leggerlo dall’inizio alla fine, andare a cercarsi solo gli anni che gli interessano o, grazie all’indice dei nomi, scegliersi i personaggi che più lo incuriosiscono. E comunque è un bel volume che sta bene in libreria pronto per essere consultato».

Lei è alla seconda pubblicazione in questo 2020: a inizio anno è infatti uscito La storia della Formula 1 in 50 ritratti: l’argomento è il medesimo, ma il libro è di tutt’altro genere, trattandosi di un’opera divulgativa. Quali sono state le differenze di approccio al lavoro tra i due libri?
«Sono due opere sullo stesso tema, ma profondamente diverse. È un po’ come correre i 100 metri o la maratona. Nella Storia della F1 in 50 ritratti ho dovuto fare delle scelte, limitare il racconto a 50 personaggi (che diventano 53 con due Hill, due Villeneuve e due Rosberg…). Sono ritratti concepiti quasi come commentini, focalizzati magari solo su un aspetto della loro carriera. Sufficienti per capire la personalità e la portata storica, ma che non raccontano tutto quello che hanno fatto o vinto… Sul Grande libro invece l’idea è di metterci proprio tutto. Un’enciclopedia con pareri e interpretazioni però, non una semplice wikipedia. Nel primo ho dovuto fare più il commentatore, nel secondo il divulgatore».

Rimaniamo sul libro edito da Centauria: viene promosso dall’editore come un’opera per tutte le età, ma sfogliandolo pare decisamente più adatto a un pubblico per ragazzi. Che ne pensa?
«Credo possa piacere davvero a tutti. Ai ragazzi perché abbina a ogni pagina scritta un bellissimo ritratto di Roberto Rinaldi, ma anche agli adulti perché ogni personaggio è tratteggiato in modo particolare e si possono scoprire aspetti interessanti di ognuno. Già la scelta dei 50 (con tante esclusioni eccellenti) può essere motivo di discussione tra gli esperti, tanto che l’editore ha lasciato due pagine finali in cui chiunque può scrivere il suo elenco personale».

Il grande libro della Formula 1 per appassionati di lunga data, La storia della Formula 1 in 50 ritratti per neofiti: si può dire così?
«Non farei questa differenziazione. Credo che i due i libri possano intercettare sia i grandi appassionati che i neofiti. E comunque un’opera non esclude l’altra. Possono essere ritenute quasi complementari».

La letteratura sportiva è in grande espansione in Italia, ma si trovano soprattutto libri di calcio, basket, ciclismo e tennis, mentre sono relativamente poche le pubblicazioni sul mondo dei motori. Eppure la Formula 1 muove milioni di appassionati. Quale è il motivo secondo lei?
«Credo che grazie ad alcuni editori come Giorgio Nada, per cui l’anno scorso ho pubblicato Ferrari, gli uomini d’oro, anche i motori abbiano il loro spazio. Certo, non c’è l’abbondanza di titoli che si trova in Inghilterra, ma anche da noi c’è una certa scelta. E per fortuna aggiungo perché offrono tanti personaggi da raccontare, tante storie da approfondire».

Hamilton e la Mercedes che vincono sempre, da anni. E la sensazione sempre più diffusa che la F1 sia “noiosa”. Quanto diventa importante raccontare a chi non l’ha vissuto – e ricordarlo a chi invece lo aveva vissuto – che la F1 ha una storia ricca, affascinante, drammatica e soprattutto imprevedibile?
«Quando a vincere era sempre Schumacher ci annoiavamo più volentieri probabilmente… è importante raccontare le storie degli uomini oltre le gare. Perché vi assicuro che nessuna delle storie dei 20 piloti del mondiale è noiosa o banale».

Il pilota più letterario di sempre?
«Nuvolari, ma non ha mai corso in Formula 1, oppure Senna e Gilles Villeneuve ai tempi nostri».

Se la Ferrari fosse un romanzo, quale romanzo sarebbe?
«Guerra e pace!».

Se dovesse scegliere un protagonista per i 70 anni della Formula 1, che nome farebbe?
«Enzo Ferrari. Unico e irripetibile».

Lei ha lavorato a lungo per la carta stampata, ora ha un blog con un grande seguito ed è un volto fisso tra gli opinionisti di Sky. Insomma, non le mancano le soddisfazioni professionali. E allora perché continuare a scrivere libri? Cosa le dà la scrittura?
«Per anni essendo stato impegnato sulla quotidianità come responsabile dello sport al Corriere della Sera e poi vicedirettore di Gazzetta, non avevo molto tempo per dedicarmi alla scrittura e all’approfondimento dovendo principalmente organizzare e scegliere a chi far raccontare. Ma scrivere mi è sempre piaciuto, ho trascorso vent’anni tra piste e stadi a raccontare Formula 1, calcio, basket e Olimpiadi ai tempi de il Giornale di Montanelli. Scrivere mi diverte, ma spero soprattutto di riuscire a trasmettere delle emozioni a chi mi legge. Posso farlo sulle pagine de il Giornale e de il Foglio o di altri settimanali con pezzi brevi, ma poi potersi allungare scrivendo le pagine di un libro, regala sensazioni diverse».


Per leggere la recensione di La Formula 1 in 50 ritratti clicca qui


Titolo: La storia della Formula 1 in 50 ritratti
Autore: Umberto Zapelloni con Roberto Rinaldi
Editore: Centauria
Anno: 2020
Pagine: 160

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