Storia dell’Italia di Julio Velasco, la Nazionale di pallavolo più forte di sempre

«Noi non siamo la squadra dei sogni. Siamo la squadra che sogna. Sogna di vincere un’Olimpiade e faremo di tutto per vincerla. Se non ci riusciremo, non ci considereremo dei perdenti. Sapremo però che abbiamo fallito un obiettivo, e aver fallito un obiettivo non vuol dire essere nella merda della storia». Scrivere un libro che si incentra su un vero e proprio miracolo sportivo non dev’essere stata un’impresa semplice. Se a ciò aggiungiamo che uno dei personaggi chiave che si cela dietro all’impresa descritta è un soggetto rivoluzionario e per certi versi mistico, si può intendere rapidamente che un lavoro del genere, così fruibile e allo stesso tempo completo, abbia i tutti i crismi dell’unicità. La ricostruzione cronologica, anno per anno dal 1989 al 1996, delle vicende riguardanti la formazione e i trionfi della Nazionale Italiana di pallavolo maschile, allenata dall’argentino Julio Velasco, è il terreno di lavoro dell’abile Giuseppe Pastore, giornalista de La Gazzetta dello Sport e de L’Ultimo Uomo. Il libro, edito dalla sempre convincente 66thand2nd, è un testo che a tutti gli effetti ci voleva: vuoi per l’unicità del personaggio Velasco, vuoi per la capacità di andare da 0 a 100 in pochi secondi e creare una supernova nello sport pallavolistico mondiale o vuoi per la straordinaria presa che fece sul popolo italiano ad inizio anni ‘90. I motivi ci sono tutti e Pastore, con un lavoro certosino documentato al termine del testo, ci regala un quadro contemporaneamente esaltante e drammatico. O meglio, riadattando una frase citata nel libro, talmente perfetto da avere un difetto (quel maledetto oro olimpico).

Una squadra che abbraccia tutto.

Colpisce della modalità narrativa utilizzata dal giornalista della rosea la poliedricità con cui contestualizza i fatti che si intrecciano con le grandi manifestazioni che hanno segnato i 7 anni di gestione Velasco, dalla neonata World League alle intensissime Olimpiadi, senza tralasciare Europei e Mondiali (che diventano allori talmente routinari che ci si accorge solo a distanza di anni di quanto ciò fosse straordinario). Nel racconto della Nazionale di pallavolo succede che vengano così citati quindi fatti di altri sport, come l’ascesa del Milan di Berlusconi o la Sampdoria di Vialli e Mancini, vicende della politica italiana, film, musica, libri: tutto è associato dall’autore, come riferimento o come paragone, ad un movimento che travolge ed accoglie tutto. È una squadra, quella presa per mano da Velasco, che si trasforma da brutto anatroccolo in cigno in un batter d’occhio (gli Europei del 1989 sono l’ora X dove tutto ebbe inizio) e che mantiene le vette dell’Olimpo in maniera costante, innovativa e quasi straordinariamente semplice. Julio Velasco e la sua insistenza, che a posteriori avrà dei risvolti di natura “manageriale”, sulla mentalità del singolo all’interno del gruppo sono una novità pazzesca che proietta un gruppo di atleti con delle buone capacità fisiche a diventare una realtà invidiabile e invincibile, ciò senza guardare in faccia a pallavolisti affermati e vincenti del calibro di Vullo e Lucchetta.

Un pieno di stelle.

La cronologia che scandisce la narrazione degli anni in cui la pallavolo mondiale si è tinta di azzurro viene intervallata dai ritratti dei giocatori chiave e, dalla caratterizzazione fatta, sembrerebbe che per ognuno ci sarebbero voluti probabilmente fiumi d’inchiostro. Si va dal giocatore più forte di tutto il ventesimo secolo, Lorenzo Bernardi, fino a quello che forse stato il più completo, Andrea Giani, passando per la geniale follia di Lucchetta o per il pacato filosofeggiare di Zorzi. I temi sono tantissimi e resi in maniera efficace da Pastore che ha la capacità di obbligare il lettore in certi casi a riguardarsi i replay dei match (il Despaigne contro tutti contro Cuba nel 1990) ed in altri riesce a portarlo direttamente in campo a murare con Bovolenta o a ricevere con Tofoli. La cronaca essenziale di ciascun set, resa ancora più drammatica dalla regola del cambio palla in vigore all’epoca, avvalora ulteriormente il lavoro dell’autore, spiegando con descrizioni anche tecniche delle azioni avvenute in campo perché la Generazione di fenomeni «non è stata un ciclo sportivo, ma è stata una storia d’amore e non solo».

Perché leggere La squadra che sogna:

perché se il ritornello Bernardi, Cantagalli, Gardini, Lucchetta, Zorzi, Tofoli è entrato nella memoria collettiva come lo schieramento della grande Inter o del grande Torino la spiegazione la si trova in questo piccolo capolavoro.



Titolo:
La squadra che sogna
Autore: Giuseppe Pastore
Editore: 66thand2nd
Anno: 2020
Pagine: 199


Per leggere l’intervista all’autore di La squadra che sogna clicca qui.

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