Una squadra raccontata attraverso una città e la sua storia

Essere dei lettori significa, in un certo qual modo, amare un mondo vintage. Figurarsi essere scrittori! E nulla, nell’era dei social, dei cinguettii, delle stories e dei reels, è più vintage delle lettere. Testimonianze di un presente che non c’è più; istantanee su carta di momenti che, nel momento esatto in cui vengono scritte sono già passate. Altro che i post di Instagram… È proprio in questa atmosfera un po’ fumée, leggermente sfocata come le foto d’altri tempi, che pianta profonde radici Lettere da Liverpool (Battaglia Edizioni, 2020, pp. 189), ultima fatica del 35enne giornalista e scrittore Stefano Ravaglia, che attraverso un viaggio sulle parole indaga la sua profonda passione per i Reds e, soprattutto, il profondo legame tra una città, un popolo e il pallone.

Non solo pallone.

In undici capitoli, Ravaglia schiera la sua formazione narrativa a tinte rosse: storia, cultura, tradizioni, uomini, partite, tragedie, sconfitte e vittorie. C’è tutto (o quasi) quel che ci può essere in un libro sul Liverpool. Un libro che scorre veloce, senza perdersi in serpentine narrative attorno ai tantissimi nomi ed eventi che costellano la storia Reds. Ravaglia, in realtà, è come se mettesse insieme una serie di articoli sul Liverpool, dando loro una forma complessiva, un ordine, che permette al lettore di avere sempre una bussola a portata di mano.

In questo simpatico video, Jurgen Klopp è alle prese con l’accento scouse di Liverpool

Cultura e Merseybeat.

In questo libro puramente calcistico, che parte da lontano e arriva all’oggi, il capitolo più riuscito è il secondo, ovvero quello dedicato alla città di Liverpool e alla sua cultura. È grazie a quel capitolo che Ravaglia riesce a mettere in un recinto il resto del libro. E, soprattutto, è grazie a quel capitolo che il lettore può comprendere anche il non detto delle pagine successive. Spiegando l’anima scouse di Liverpool, si spiega già metà (o tre quarti) del sangue che scorre nelle vene Reds; spiegando i Beatles e il Merseybeat, si spiega l’animo ribelle e rivoluzionario di una città nata e cresciuta attorno a porto e industria.

Una passione d’altri tempi.

Ravaglia, dunque, ha il grande merito di aver saputo ampliare il suo orizzonte narrativo e, di conseguenza, quello conoscitivo del lettore pur raccontando una storia già nota. Perché il Liverpool è forse una delle squadre più “letterarie” al mondo e dunque i suoi miti e le sue leggende sono già stati ampiamente indagati, studiati, esposti. Altro merito di Ravaglia è non aver mai dimenticato la prima persona. L’autore non smette mai di dire (senza ripeterlo, però) che Lettere da Liverpool è in realtà un viaggio all’interno di una sua passione. Se il Milan è la squadra che tifa, il Liverpool è quella che ama. Nonostante Istanbul. O forse a maggior ragione dopo Istanbul. Senza voli pindarici, senza grandi acuti, Ravaglia raggiunge il suo scopo: offrirci un’adorabile fotografia vintage di una passione calcistica d’altri tempi.

Perché leggere Lettere da Liverpool:

per capire che davvero il calcio non è altro che un pezzo di storia e tradizione di una città. E solo sulle rive del Mersey questo legame è così lapalissiano.


Titolo: Lettere da Liverpool
Autore: Stefano Ravaglia
Editore: Battaglia Edizioni
Anno: 2020
Pagine: 189

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