Il calcio sviscerato da un ex pallone d’oro


Temi storici.

Uscito in Italia nel 2017, il libro dell’olandese Ruud Gullit – Non guardare la palla – è consigliato ad ogni appassionato di calcio. Perché parla dello sport più popolare a trecentosessanta gradi ed in maniera perlopiù semplice e comprensibile, senza allungarsi in discorsi difficili o noiosi. Pallone d’oro nel 1987, Gullit ha vinto 12 titoli con il Milan tra gli anni ottanta e novanta del Novecento, mentre in maglia Oranje ha sollevato da capitano l’unico trofeo della sua nazionale: gli Europei 1988 nell’allora Germania Ovest. La sua formazione calcistica si è arricchita di contributi notevoli, basti citare il primo maestro sul campo ovvero Johan Cruijff, il profeta del calcio totale che in Olanda sviluppò un nuovo modo di giocare. Strada facendo, Gullit ha potuto apprendere da altri maestri come Arrigo Sacchi e Fabio Capello, che lo allenarono a Milano, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze tecniche e tattiche.

Temi generali.

Di tecnica e tattica si parla a lungo in questo libro, discretamente lungo (300 pagine e spiccioli) ma altrettanto scorrevole. Nella prima metà del testo, Gullit analizza pro e contro dei diversi ruoli e sistemi di gioco con l’aggiunta di basilari grafiche esplicative, ed inserendo continui riferimenti a squadre o giocatori specifici per rendere concrete le dissertazioni. Accanto alle teorie ritroverete dunque grandi campioni e momenti più o meno topici della storia recente del calcio, che potrete rivivere ed analizzare con l’attendibile supporto del narratore. Nel Secondo tempo del volume invece, Gullit si concentra maggiormente sulla dimensione mentale passando in rassegna le principali culture calcistiche, con particolare accento su quelle di Olanda, Italia ed Inghilterra che il “Tulipano nero” ha vissuto ed assimilato di persona sia come calciatore che nei panni del mister.

Temi attuali.

Il discorso si appoggia su inevitabili generalizzazioni ma non risulta quasi mai astratto, perché continuamente sostenuto da esempi reali o ipotesi credibili, e tocca temi di grande attualità nel dibattito calcistico. Non ultimo quello che tanto ha arroventato le cronache sportive nell’ultima stagione italiana (2018-2019), l’aut aut che ha messo di fronte i cosiddetti “risultatisti” e “giochisti” come Guelfi e Ghibellini. La posizione di Gullit risulta logica ed equilibrata, muovendo dal presupposto che «Per vincere, la strategia migliore è andare in avanti il più velocemente possibile» e tenendo sempre presente che «Non c’è nulla di sacro, nessun modulo lo è: sono i giocatori che fanno la differenza». Sullo sfondo l’avvertenza principale, il «non guardare la palla» che campeggia nel titolo, ci ricorda che il calcio comincia e finisce con un pallone che rotola ma non si esaurisce in esso, sia sul campo che fuori; ecco perché ad esempio «Spesso gli errori non sono imputabili alla persona direttamente coinvolta; di solito la causa è qualcosa che non ha funzionato all’inizio dell’azione».

Perché leggere Non guardare la palla di Ruud Gullit:

per avere un punto di vista dettagliato ma accessibile sul gioco del calcio, da uno dei suoi migliori interpreti.



Titolo:
Non guardare la palla
Autore: Ruud Gullit
Anno: 2017
Editore: Pickwick
Pagine: 318

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