La biografia del procuratore sportivo, da Bryan Roy a Gigio Donnarumma

Le origini.

A dispetto del fisico, il procuratore Carmine Raiola è un acrobata del calcio. I suoi giochi di prestigio non vanno in scena sul rettangolo verde, ma sul filo di trattative che lui riesce a nascondere o divulgare secondo necessità. Per i nemici Mino, scritto dal giornalista Giovanni Chianelli e dall’avvocato Angelo Pisani, ci porta anzitutto alle origini di quest’uomo. Nato in Campania ma subito emigrato con la famiglia in Olanda, nella cittadina di Haarlem che ha dato il nome anche ad un quartiere di New York (quello degli Harlem Globetrotter, i prestigiatori del basket). Nel paese dei tulipani l’acrobata Mino è cresciuto in fretta, imparando a destreggiarsi prima fra i tavoli di un ristorante e poi come dirigente della locale squadra di calcio.

Il metodo.

Il testo del duo Chianelli-Pisani è interessante perché ripercorre non solo le tappe cronologiche dell’ascesa raioliana, ma anche lo sviluppo di un metodo che ha portato il classe 1967 a primeggiare nel suo lavoro. La scalata parte da Napoli: con la società azzurra Raiola stipulò il suo primo accordo di respiro internazionale, ad inizio anni Novanta, salvo poi vederlo sfumare all’ultimo per bisticci con l’allora presidente partenopeo, Corrado Ferlaino. Curiosamente, alla città di San Gennaro è legato anche il più fragoroso fallimento professionale di Raiola, che nel 2011 perse la procura di Marek Hamsik a causa di una divergenza… etica, se non addirittura religiosa. Un’eccezione che da un lato ha confermato la regola vincente -vai dove ti portano prestigio e denaro, ma dall’altro apre una breccia nella filosofia dell’agente, che gli autori del libro abbracciano ma che tanto continua a far discutere sul fronte della pubblica opinione.

Nel limbo.

Mino Raiola ha rubato più volte gli onori delle cronache, concludendo affari clamorosamente ricchi per i suoi assistiti ma anche per se stesso. E riuscendo sempre a muoversi in un limbo: quello tra il regolare e l’illecito (si veda il capitolo 13, Quanto e come), o quello tra lo scontroso e l’affabile (esemplari i rapporti con dirigenti quali Luciano Moggi e Adriano Galliani). Ma anche, a livello mediatico, quello tra il pubblico e il privato alternando lunghi periodi di silenzio ad apparizioni fragorose, di modo che ogni sua parola diventi manna per la stampa. Gli stessi Chianelli e Pisani devono ammettere, citando l’analisi di un collega, che «ancheggiando sull’orlo dei regolamenti, Raiola non smette di spingere più in là le frontiere del diritto calcistico e a ogni trattativa passa all’incasso». Il che rimarca una singolare abilità del personaggio, solido ma anche elastico, capace di tirar sempre dritto per la sua strada volgendo gli ostacoli a proprio favore; barbatrucchi di un campano trapiantato in Olanda, in grado di farsi capire in sette lingue diverse pur padroneggiando solo il dialetto nativo.

I dubbi.

Il fenomeno Raiola continua a proporsi in termini ambigui, opponendo la grandiosità del risultato professionale ai dubbi di matrice morale. Ad esempio: è sempre un bene muovere giocatori come trottole unicamente in nome del guadagno? Ha ancora senso sventolare altri valori, parlare di attaccamento ad una maglia, di fronte alle cifre del calciomercato odierno? Per i nemici Mino, scritto con una generosa dose d’ironia, si addentra nei dettagli del metodo Raiola illustrandone tutti i pro e qualche contro. Fino ad ipotizzarne una riproduzione su larga scala: Mino a capo dello sport italiano, in qualità di ministro. Che ne direste?

Perché leggere Raiola. Per i nemici Mino di Giovanni Chianelli e Angelo Pisani:

per riflettere meglio sulla figura di Raiola e del procuratore sportivo; per avere un’idea più precisa di alcune dinamiche del calcio attuale.


Titolo: Raiola. Per i nemici Mino
Autore: Giovanni Chianelli e Angelo Pisani
Editore: LOG edizioni
Anno: 2018
Pagine: 171

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