Il romanzo che racconta il fondista italiano

Quella di Fulvio Valbusa, ex sciatore italiano dal palmarès invidiabile, è una vita a dir poco avventurosa. A tratti anche leggendaria e romanzesca. Ci sono voluti tre anni per la giornalista Simona Marchi (eccellente coautrice di Randagio) a raccoglierla dalla sua viva voce, ricostruirla e descriverla. La carriera di Valbusa – interamente vissuta nello sci di fondo – ha percorso la traiettoria di un ventennio, dal 1988 al 2006, in cui ha vinto a man bassa e in ogni pista, in Italia e all’estero. A partire dalla prima medaglia d’argento dei Campionati Mondiali juniores fino all’oro olimpico di Torino, nella sua ultima competizione a 37 anni. Nella sua autobiografia descrive e concentra le sue più importanti vittorie, rivelandone i retroscena relativi alla dura preparazione e all’affinamento del proprio talento e della propria tecnica. Randagio è però molto di più. È soprattutto la presentazione che il campione fa di se stesso: dalla nascita, alla vita grama dei suoi genitori con tante bocche da sfamare, alla confidenza con gli sci – divertimento e necessità per chi come lui nasce tra le montagne veronesi. Ripercorrendo episodi, fatti, vicende sportive e personali narrate in maniera meticolosa e precisa, attraverso dialoghi da cui traspaiono emozioni ancora vive e intense: probabile segno che le esperienze della sua vita sono state più volte ripensate e riconsiderate ad un profondo livello di interiorità.

Senza limiti e mezze misure.

Il fondista si rivela persona dalla tempra dura, determinata e a volte persino sfrontata; ma al tempo stesso, in molte situazioni lo si scopre tenero, sensibile, colmo di gratitudine. Una personalità originale ed unica per coerenza, senso della giustizia e della responsabilità. Assolutamente intollerante ad ogni formalismo, mediocrità, compromesso. Esigente con gli altri, ma non tanto quanto lo è (stato) con se stesso. Non ha mai posto limiti alla sua irruenza, immediatezza, reattività, ma nemmeno al coraggio, alla fatica, ai risultati. Neppure quelli positivi lo hanno mai appagato, fatto sentire “qualcuno”, fornito scorciatoie. Dopo il ritiro dal professionismo non ha voluto utilizzare il proprio curriculum sportivo per assicurarsi un futuro tranquillo e magari ben remunerato nell’ambito della Federazione. A carriera conclusa, fedele a se stesso e al proprio «alfabeto della gioia» (alberi, foreste, muschi, fruscii, resine…) diventa Guardia Forestale nelle vallate di casa sua, dopo essere stato uno dei più forti fondisti di sempre proprio tra i ranghi di quel Corpo. Ed anche in tale veste il suo temperamento lo porterà ad ingaggiare una ulteriore sfida a se stesso, per nuove scoperte e imprevedibili sorprese.

Nuova identità.

L’andamento dell’intero libro – appassionante e vivacissimo, composto con il lessico forte e crudo del protagonista – è scandito da vicende familiari molto dolorose e dal resoconto, come detto, dei suoi trionfi da atleta. Con un epilogo inaspettato che chiarisce ancor meglio il titolo: è la vita di Fulvio ad essere stata randagia. Libera, solitaria, fiera. Come quella degli animali che attualmente è chiamato a sorvegliare e preservare. Come quella del lupo che, ci racconta nel finale, percorre 2000 km e incontra una compagna proprio nel territorio in cui Fulvio presta servizio. Per lavoro, l’ex sciatore si ritrova a seguire e studiare quel lupo, finendo per identificarsi in lui fin dal primo inatteso incontro; e, per così dire, sentendosi in realtà seguito e studiato da lui…  «Non so quanto rimaniamo così, a guardarci a vicenda… Sento che io e quell’animale abbiamo parecchio in comune, quasi che quel giovane lupo possedesse un pezzo di me, dentro, nel profondo… Sono caduto in un incantesimo perché mai prima di adesso mi ero sentito così». Randagio, indomito, inafferrabile, come Slavc, il lupo grazie al quale ha ritrovato se stesso.

Perché leggere Randagio di Fulvio Valbusa (con Simona Marchi):

perché rivela il temperamento di un uomo e di un campione “tutto d’un pezzo”; perché pone l’accento sulla fatica, la disciplina e la costanza necessarie per arrivare ai massimi livelli del professionismo sportivo; perché è un libro scritto con abilità e scorrevolezza.


Titolo: Randagio
Autore: Fulvio Valbusa (con Serena Marchi)
Editore: Fandango Libri
Anno: 2021
Pagine: 254

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