Le avventure del grande alpinista italiano


Il concetto del “limite” è uno dei temi maggiormente affrontati dall’ambito narrativo, in tutte le sue salse. Fin dove spingersi? Fin dove si può arrivare? E quali sono le conseguenze del superamento del limite? Perché arriva sempre un momento in cui, tutti, ci troviamo davanti al bivio, al dilemma: fare un passo in più o uno in meno? Ci sono persone che quel limite, nella vita, non lo hanno soltanto superato, ma lo hanno costantemente spostato più in là. Di un passo, di una pagaiata, di un centimetro. Oltre lo sforzo, il dolore, la sofferenza, sfiorando anche la morte. Walter Bonatti fa parte di loro. E in Scalare il mondo (Solferino, 2019, pp. 304) si racconta proprio questa continua tensione verso l’impossibile di uno dei più grandi avventurieri che la storia italiana abbia mai conosciuto.

Oltre la montagna, l’uomo.

A curare questo racconto intimo e umano di Bonatti è il giornalista Angelo Ponta, che dopo aver “dipinto” con certosina cura la vita dell’alpinista in Il sogno verticale (Rizzoli, 2016), qui apre le porte dei lettori all’anima di un uomo che ha saputo riscrivere il mondo, a suo modo. Perché è questo che Bonatti ha fatto: in montagna come in Amazzonia, al Polo Sud come nella redazione di Epoca. E Scalare il mondo è un affascinante percorso dentro la sua testa e i suoi pensieri, che arriva forse nel momento migliore, quando il grande dolore portato dalla sua scomparsa (2011) è ormai dimenticato e quando ciò che serve è ricordare la grandezza di Bonatti, sportiva ma anche e soprattutto umana.

Chi era Walter Bonatti.

Nato nel 1930 a Bergamo, in realtà Bonatti appartiene alle montagne prima e al mondo poi. Dai 19 ai 35 anni compie imprese uniche, pazzesche, spesso anche discusse (come la conquista della vetta del K2 nel 1954 insieme ad altri alpinisti italiani, che aprì un vero e proprio caso chiusosi soltanto 54 anni dopo, nel 2008, quando il Cai diede ragione a Bonatti su molte questioni che non erano ancora state chiarite). Il suo carattere complicato, così come le delusioni subìte nei rapporti con i colleghi, lo portano a prediligere le scalate solitarie, rendendolo ancora più “mitico” agli occhi di semplici appassionati e dell’opinione pubblica. A 35 anni però, come detto, Bonatti dà una sterzata alla sua vita: basta alpinismo, basta flirt con la morte. Il settimanale Epoca gli offre la possibilità di diventare un inviato sui generis, un vero e proprio avventuriero di terre all’epoca sconosciute e inesplorate. Viaggi costantemente ai limiti (per l’appunto), di sé e del mondo: America del Nord, Amazzonia, Polo Sud, Tanzania. Bonatti sposta il suo asse di esplorazione, portandolo dalla verticalità all’orizzontalità, ma senza mai perdere quello spirito combattivo e aperto al diverso che lo hanno reso il “Re delle montagne”. Per 14 anni, infatti, sarà uno dei più grandi reporter di viaggi di sempre.

Imparare ad andare al di là.

Il bello di Scalare il mondo, però, non sta tanto nel racconto delle avventure di Bonatti. Che affascinano, certo; che conquistano, ovvio; ma sono già note, già sentite. No, la bellezza di questo libro sta nello stile con cui Ponta ha deciso di plasmarlo. Le parole di Bonatti, raccolte tra appunti, articoli, libri e interviste, sono intervallate dalle sagge cuciture giornalistiche di Ponta e, raramente ma con sapienza, dagli interventi di chi ha conosciuto di persona Bonatti e gli era legato. È così che il Bonatti novello Jack London lascia spazio al Bonatti uomo: imperfetto, insopportabile a tratti, sincero, buono. E non è un caso se i passaggi migliori del libro siano (soprattutto per un non appassionato di alpinismo) i capitoli finali, quelli in cui si racconta il grande amore di Bonatti per Rossana Podestà, con cui vivrà insieme gli ultimi trent’anni di vita trovando in lei tutto l’affetto e l’umanità che, forse, in precedenza non aveva mai trovato. Scalare il mondo è un bellissimo racconto di come i limiti reali non siano altro che un riflesso dei nostri limiti interiori: per superare i primi serve necessariamente superare i secondi. Bonatti ha saputo farlo, ma soltanto una volta raggiunta una maturità sentimentale arrivata ben dopo i grandi successi ad alta quota. In tal senso, una chicca del libro è “L’Emozionario” a pagina 291, dove Ponta prova a elencare le pagine del libro in cui una determinata emozione è citata o descritta da Bonatti. Le più citate? Coraggio, curiosità, entusiasmo, fiducia, meraviglia, stanchezza, morte. Ora, dite: non è forse questa la vita?

Perché leggere Scalare il mondo di Walter Bonatti:

per imparare ad affrontare i propri limiti grazie agli insegnamenti, le parole e i viaggi di un eterno ragazzo che sfidava l’impossibile. E se stesso.



Titolo:
Scalare il mondo
Autore: Walter Bonatti (a cura di Angelo Ponta)
Editore: Solferino
Anno: 2019
Pagine: 304

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