Empireo e tenebra di un 10 in rivolta

Mia nonna era una grande appassionata di Perry Mason. E mia mamma si è sempre gustata con piacere gli episodi dei vari Law & Order o de Le regole del delitto perfetto. Il minimo comune denominatore? Le indagini, un’aula di tribunale e un processo. Il fascino delle toghe e delle arringhe, di una giuria (che poi, alla fin dei conti, altro non è che un pubblico) da ammaliare e conquistare in un contesto di storie coinvolgenti ma pure torbide. È proprio questo quadro “giuridico” – più anglosassone che nostrano – a fare da sfondo a Sentenza Zidane (Battaglia Edizioni, pp. 196, 2022), libro del giornalista e docente Annibale Gagliani.

Una bella idea.

Per i 50 anni del fuoriclasse (del campo e della panchina) franco-algerino, Gagliani ha pensato a un’opera decisamente sui generis, in grado di indagare a fondo il personaggio senza però sacrificare la narrazione. In sostanza, nelle circa duecento pagine del libro assistiamo a un processo intentato da Gagliani stesso contro il dio Eupalla di breriana memoria, accusato di aver sempre voluto affossare il talento fulgido di Zidane. E a supporto della propria tesi accusatoria, Gagliani chiama a testimoniare filosofi, artisti e narratori moderni del pallone: Baudelaire, Camus, Caravaggio, Céline, Beccantini, Callegari, Pizzul, Repice. Un mix di ricostruzioni immaginarie (e immaginifiche, per certi versi) e ricordi di chi ha vissuto davvero e da vicino la sublime ma anche tenebrosa carriera di Zizou.

Pregi e difetti.

In dieci capitoli e ventuno istantanee della vita calcistica di Zidane (ovviamente due numeri tutt’altro che casuali), Gagliani ci porta dunque in quest’aula di tribunale immaginaria dalla quale è possibile ricostruire la biografia di un talento del calcio difficile da inquadrare, istintivo tanto quanto razionale, umano tanto quanto supereroico. La lettura è indubbiamente godibile, seppur dichiaratamente faziosa: Gagliani è dalla parte di Zidane, sia nei panni di pubblico accusatore che in quelli di scrittore. Allo stesso tempo, però, lo stile risulta essere in più di un passaggio eccessivamente barocco (non a caso tra i testimoni c’è Caravaggio), laborioso, poco fluido. E i personaggi chiamati in causa, talvolta, appaiono più come delle caricature che altro. A partire da Eupalla, descritto un po’ superficialmente come un grasso e volgare buzzurro.

Qualcosa di diverso.

Tutto questo non intacca la godibilità della lettura, trainata anche dalla curiosità di scoprire quale sarà la sentenza finale del processo (nessuno spoiler). Allo stesso tempo, la bidimensionalità dei personaggi citati e l’assenza, in alcuni passaggi, di profondità psicologica per lasciare invece spazio – comprensibilmente – al reale protagonista, ovvero Zidane (che praticamente non appare mai per davvero), lasciano un po’ di amaro in bocca. Resta comunque un piacevole, e per larghi tratti riuscito, tentativo di fare qualcosa di diverso, di portare la letteratura sportiva a un livello superiore rispetto alla classica e spesso noiosa biografia commentata.

Perché leggere Sentenza Zidane di Annibale Gagliani:

per conoscere luci e ombre di un artista del pallone.


Titolo: Sentenza Zidane
Autore: Annibale Gagliani
Editore: Battaglia Edizioni
Anno: 2022
Pagine: 196

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