Storie di calcio e di guerra nell’Irlanda del Nord di George Best e Bobby Sands 


Se pensate di avere a che fare con un libro sul calcio siete fuori strada. Strikers, come dice il titolo, parla sì di “attaccanti”, ma parla pure di “scioperanti”. Perché quella firmata dal giovane Alessandro Colombini è una pubblicazione sull’Irlanda del Nord, e non è possibile parlare di calcio in Irlanda del Nord senza parlare della storia del paese. Per descrivere la parabola del Derry City FC – una delle squadre protagoniste dell’opera – l’autore utilizza l’espressione «pentolone di storia, calcio, politica e identità nazionale». Beh, è un’espressione che descrive l’intero libro, e se il termine pentolone vi apparisse con un’accezione negativa sostituitelo con viaggio. Questo è Strikers: un viaggio.

Il viaggio.

C’è il viaggio che Colombini ha realmente compiuto nella contea nordirlandese del Londonderry e che funge da fil rouge tra le 121 pagine, e c’è il viaggio che Colombini fa compiere al lettore nella recente storia nordirlandese, drammatica e sanguinosa. E quindi, si diceva, non aspettatevi un libro sul calcio. Si parla di George Best, ça va sans dire, si parla del Belfast Celtic e del suo bomber Jimmy Jones, e si parla delle avventure europee delle squadre dell’Ulster. Ma si parla soprattutto di scontri, sangue, morti, e tragedie. E pure di libertà, indipendenza, guerra e pace. Insomma, a farla da padrone sono la storia e la politica, con il pallone che funge da utile strumento d’introduzione alla conoscenza di una realtà complessa come quella dell’Irlanda del Nord.

L’ideologia.

Ha un difetto Colombini. O un pregio, dipende dai punti di vista. È schierato. E lo dice, senza peli sulla lingua. D’altronde arriva da un’esperienza come quella del blog Minuto Settantotto definito dagli stessi fondatori «blog politico-calcistico». E se considerate che il sito prende il nome dal minuto in cui Jürgen Sparwasser regalò lo storico successo alla sua Germania Est nel derby contro i cugini dell’ovest al Mondiale ’74, vi sarà chiaro da che parte è schierato politicamente l’autore. Nel conflitto nordirlandese Colombini è naturalmente dalla parte di chi lotta per l’indipendenza contro l’oppressore britannico, fedele a Che Guevara che scrisse «siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo».

La posizione politicamente ben definita dell’autore può essere un difetto, perché se non siete dei Compagni potrebbe darvi fastidio la citazione del Che, potrebbe innervosirvi l’aggettivo «gloriosa» riferito all’intifada palestinese, così come potrebbe parervi sbagliata una visione eccessivamente manichea del conflitto, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra.

Ma può essere anche un pregio un autore apertamente schierato. E non solo per i Compagni che la pensano come lui. Può esserlo per tutti, anche per chi ha idee diametralmente opposte, perché chi si appresta a leggere sa a cosa andrà incontro, nel bene e nel male. E in un’epoca dove sovente ci si nasconde dietro al mantra dell’imparzialità per poi far passare le proprie idee in maniera subdola, ben venga chi fin dalla prima pagina spiega da che parte sta.

L’amore.

La posizione ideologica peraltro non inficia minimamente né i bei racconti delle storie sportive, né la precisa ricostruzione storica degli eventi che hanno insanguinato il novecento nordirlandese, né tantomeno certi passaggi toccanti, in particolare quelli riguardanti le vittime del tristemente noto Bloody Sunday. Certo, può suscitare qualche perplessità l’impressione (che come tale può essere errata) che Colombini condanni le azioni sanguinarie degli unionisti e dell’esercito britannico e al contempo sia indulgente verso le azioni terroristiche dell’IRA (e delle sue emanazioni). Ma si badi bene, non è solo l’ideologia politica a emergere nel libro, vi si respira anche tanto amore: per l’Irlanda, per il suo popolo, per la libertà. E per i dribbling di George Best. E quest’ultimo mette d’accordo tutti quanti. I lettori, e i nordirlandesi.

Perché leggere Strikers di Alessandro Colombini:

perché il calcio racconta e spiega la storia meglio di qualsiasi storico.


Titolo: Strikers
Autore: Alessandro Colombini
Editore: Red Star Press
Anno: 1a edizione 2015, aggiornamento 2019
Pagine: 121

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