L’esperienza orientale di un giovane allenatore


Tale padre…

Chissà se un giorno Kevin Cauet sarà davvero un allenatore famoso. Il francese classe 1990 è figlio di Benoit Cauet, che ha giocato in Serie A con Inter, Torino e Como tra il 1997 e il 2003. Kevin non è riuscito a diventare un giocatore, ma è rimasto nel mondo del calcio dandosi un gran daffare. Un po’ come il padre a suo tempo: gli appassionati ricorderanno Cauet come un centrocampista senza lo spunto della punta né del 10, per dirla alla Ligabue, ma in grado di sopperire con grinta e applicazione. Non si giocano per caso 150 partite nel nostro massimo campionato. Ma torniamo al figlio, che ha intrapreso giovanissimo la carriera di mister e a 25 anni può già vantare un curriculum di tutto rispetto. Patentino UEFA B e UEFA A, richiesti per allenare a tutti i livelli del calcio europeo, più una laurea in Economia e Gestione Aziendale. E un libro. Pubblicato nel 2018 da Urbone Publishing e curato dall’amico Simone Togna, giornalista giramondo con all’attivo collaborazioni per Mediaset ed il quotidiano britannico The Sun.

Dall’altra parte del mondo.

La coppia si è messa al lavoro per documentare l’esperienza del giovane Cauet in Cina: tra il 2016 e il 2018, Kevin si è recato in Oriente per allenare le selezioni juniores dell’Yitao Football Club e della Family Jiangsu, entrambe affiliate al progetto Inter Academy. Il testo è breve e rapido (giusto qualche errore di battitura, niente di grave) ma soprattutto interessante. Perché Kevin Cauet, per certi versi, è sbarcato su un altro pianeta. Il francese era ben consapevole delle diversità culturali che avrebbe incontrato: una volta sul campo ha registrato in fretta anche l’enorme distanza tra l’impostazione calcistica cinese e quella europea. Più che piccoli calciatori si è trovato davanti giovani soldatini, addestrati più che allenati, puniti e non corretti. Riflessi di una mentalità che sembra permeare un po’ tutta la società cinese, impostata su una pedagogia verticale: sin da piccole le persone si abituano ad eseguire ordini dall’alto, e va da sé che anche gli sportivi in erba si mostrino più preoccupati di non sbagliare che di seguire l’istinto.

Piacevole scoperta.

Ma lasciamo che sia Cauet a spiegarvi meglio le cose: qui si vuole segnalare come un punto di forza del libro sia la descrizione dell’incontro tra mentalità differenti, per non dire opposte. Il lavoro non è mancato a Kevin e ai suoi assistenti ma il figlio d’arte ha saputo anche guardarsi attorno, studiando l’idioma locale e le due città in cui ha soggiornato: interessante il breve raffronto tra Shangai, una sorta di regione a sé con quasi 30 milioni di abitanti, e la più verde Nanchino dove si trova il quartier generale della società Suning. Un mister in Cina si rivela dunque una piacevole scoperta con due “bonus track”: la prefazione di Francesco Toldo e un’aggiunta finale di papà Benoit. Infine una chicca per gli interisti più accaniti: nel libro appare anche Nello Russo, uno dei più clamorosi eroi per un giorno di San Siro.

Perché leggere Un mister in Cina di Kevin Cauet:

perché ci fa immergere nella realtà calcistica e culturale della Cina; per riflettere sulla pedagogia sportiva.



Titolo:
Un mister in Cina
Autore: Kevin Cauet (con Simone Togna)
Editore: Urbone Publishing
Anno: 2018
Pagine: 101

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