Come Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird hanno cambiato il basket per sempre a Barcellona ’92.

Per un appassionato di basket, il problema del libro Dream Team è semplicemente che… finisce, dopo “appena” 331 pagine. Nelle quali Jack McCallum, stimato giornalista americano, racconta la sua esperienza al seguito della nazionale di basket USA che vinse il torneo olimpico nel 1992, a Barcellona. Dal suo punto d’osservazione privilegiato, l’autore rivive la genesi di quella squadra leggendaria, ma il primo personaggio che ci fa incontrare è un europeo, un serbo precisamente, che i tifosi italiani più esperti potranno ricordare. Boris Stankovic: nel 1968 condusse la Pallacanestro Cantù allo scudetto mentre anni più tardi, in qualità di dirigente FIBA, gettò i semi per il progetto Dream Team. Fu infatti lui ad insistere affinché le porte delle Olimpiadi fossero aperte anche ai giocatori professionisti, quelli della NBA per intenderci, e non solamente ai dilettanti dei college come da regolamento di allora.

Le partite.

L’opera di McCallum si apre e conclude citando proprio Stankovic, “l’ispettore della carne”, cui dedica qualche riga anche Federico Buffa nella sua prefazione. In mezzo, le oltre trecento pagine del libro rendono pan per focaccia alla nostra passione per la pallacanestro e per l’universo NBA in particolare. Dell’inesorabile cavalcata verso la medaglia d’oro, l’autore si limita a ricordare i punteggi finali e qualche spezzone rilevante; il team USA, guidato da coach Chuck Daly, sconfisse nell’ordine Angola, Croazia, Germania, Brasile e Spagna prima di abbattersi su Porto Rico, Lituania ed ancora Croazia nella fase finale. Incontri memorabili, che però il volume subordina all’esplorazione delle dinamiche più interne e meno conosciute della squadra dei sogni. L’unica partita descritta azione per azione non rientra negli almanacchi e fu goduta da pochissimi eletti, ma potrebbe aver rappresentato meglio degli impegni ufficiali la vera essenza del Dream Team.

Parlando con le stelle.

Il libro scorre rapido e rapisce: sfoggiando un’aneddotica invidiabile, McCallum ripercorre circostanze e dialoghi di quell’esperienza, nonché le riflessioni successivamente sviluppate a tu per tu con i giocatori, dal divo Micahel Jordan all’“ultima ruota del carro” Christian Laettner. L’effetto è notevole: immergendosi nel racconto pare quasi di trovarsi lì, assieme all’autore, seguendo Charles Barkley in una sortita sulle Ramblas oppure osservando Larry Bird e Magic Johnson giocare a carte, nella family room dell’albergo Ambassador. Parallelamente, McCallum esplora la personalità di ciascun Dream Teamer, allenatore compreso, cavandone un ventaglio di esperienze e relazioni molto interessanti, dal punto di vista sportivo ed umano. Un testo così approfondito potrà stuzzicare anche chi avesse meno dimestichezza con il basket; non possiamo dunque che suggerire una lettura in cui l’aspetto più tecnico, quello di campo, simboleggia ma non esaurisce l’argomento.

Perché leggere Dream Team di Jack McCallum:

per ficcanasare nei fatti del Dream Team, senza la paura di rompere le scatole.



Titolo:
 Dream Team
Autore: Jack McCallum
Data di pubbl.: 2013
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 331

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