Il romanzo cult sul calcio


Quando si parla di libri sul calcio, alla fine è sempre e solo un titolo quello che salta fuori: Febbre a 90’ (Guanda, pp. 272, 1997) di Nick Hornby. Perché uno che scrive che «mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente», be’, non poteva che trovare terreno fertile nel mondo degli appassionati del pallone. Ma c’è di più. In questo libro c’è l’intuizione, tanto banale quanto geniale, di legare indissolubilmente l’amore per la propria vita a quello per la propria squadra. Febbre a 90’ è un libro di passioni, di irrazionali emozioni, di ritmi scanditi dal fischio dell’arbitro e dall’urlo di Highbury. È un libro che, improvvisamente, riesce a fare incontrare due strade apparentemente parallele, cioè la vita e il calcio, perché in fondo non sono poi così diversi. Hornby, inoltre, sa scrivere benissimo ma in maniera semplice e le sue parole non faticano ad aprire una breccia nei cuori dei lettori. Ci riesce sempre, con i libri e con le sceneggiature dei film che ha scritto, la maggior parte tratti dai suoi stessi romanzi. Tanto che Febbre a 90’ è diventato anche una pellicola romantica e delicata, riuscitissima, ma lontana dal romanzo. Perché Hornby sa bene che cinema e carta hanno due linguaggi diversi sebbene assimilabili.

L’Arsenal, Highbury, il calcio: attrazioni emotive paragonabili soltanto a ciò che possono scatenare la musica e il sesso nell’anima di un uomo. È l’Arsenal a scandire l’esistenza della scrittore, non viceversa. Le ricorrenze in famiglia, il primo amore, gli eventi della storia: tutto ha un preciso punto di riferimento nella linea cronologica della sua vita, ovvero un match, un gol, una vittoria o una sconfitta. Non è che Hornby pensi solo al calcio; è che il calcio è in lui, nel suo modo di pensare, nel suo modo di parlare e di affrontare gli eventi, ogni tanto con grinta e in anticipo alla Dixon, altre volte con la scaltrezza e il cinismo di Thomas.

Questo libro, nella sua ingenua purezza, ribalta lo schema della narrazione sportiva a cui siamo sempre stati abituati: il tifoso non è passiva presenza, non è contesto, ma il protagonista, mentre i calciatori diventano comprimari, pedine del destino mosse sulla scacchiera di centinaia, migliaia di cuori che battono all’unisono per novanta minuti. Ogni calciatore lascia qualcosa, così come ogni persona che passa nella nostra vita; alla fine, però, a restare siamo soltanto noi: i tifosi, IL tifoso.

Hornby ci spiega che gioca più attivamente la partita chi sta sugli spalti di chi è sul campo, così come vive più intensamente la vita chi sarà in grado di godersela in ogni particolare, in ogni passaggio sbagliato o assist riuscito. Febbre a 90’ è un libro che dice profonde verità in modo semplice, affascinante e ironico. Ma è soprattutto uno specchio in cui si riflettono le nostre passioni.



Titolo: 
Febbre a 90°
Autore: Nick Hornby
Editore: Guanda
Anno: 1997
Pagine: 244

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