Chiacchierata con l’autore di De Generaal

De Generaal è un libro che racconta della nascita del grande Ajax che ha stravolto il calcio negli anni ‘70 e soprattutto del suo artefice in panchina: Rinus Michels. Dietro al libro, edito da Urbone Publishing e di cui potete leggere la recensione qui, c’è Christopher Holter, classe 1985, esperto di calcio orange, tanto da fondare nel 2009 il blog Il Calcio Olandese, e che scrive su L’Ultimo Uomo. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata sul suo libro.

Da dove nasce un libro del genere?
«Seguo l’Ajax e sono appassionato di calcio olandese. Dal 2009 ho messo su una community sul calcio olandese e confrontandomi con tanti altri fan è uscito fuori che i primi passi della carriera di Michels erano sconosciuti ai più. Mi sembrava giusto e interessante fare luce su quello che è stato eletto come allenatore del secolo e che ha tracciato la strada seguita da tanti altri».

Che tipo di lavoro hai dovuto fare?
«C’è stato un bel po’ di lavoro di ricerca negli archivi dei quotidiani dei Paesi Bassi e negli almanacchi. Non avendo, per ragioni anagrafiche, vissuto quel periodo, ho dovuto fare riferimento alle memorie testuali».

Non pensi che la figura poliedrica di Cruijff rischi di oscurare in parte il lavoro svolto da Michels?
«Di sicuro, quando si parla di Ajax negli anni settanta il primo nome che viene in mente è quello di Cruijff. In De Generaal ho cercato di non cedere alla tentazione di focalizzarmi troppo su di lui, sottolineando quanto più possibile l’importanza del collettivo, vera ossessione di Michels. Di sicuro, oltre a Cruijff, quell’Ajax aveva tanti altri giocatori importanti. Dei meccanismi di una macchina perfetta».

Qual è il giocatore a cui Michels era più legato e perchè?
«Per molti giocatori Michels era quasi un padre. Tra i tanti, forse direi Velibor Vasovic, calciatore elegante e che guidava la squadra perché tatticamente era semplicemente geniale. Grazie al suo gioco, ai suoi movimenti, era diventato un vero e proprio faro di riferimento per la squadra. Con pazienza e fermezza faceva rigare dritto anche i compagni meno disciplinati».

A tuo parere qual è la partita della svolta per quella squadra?
«Difficile trovarne una. Forse lo spareggio contro il Benfica di Eusebio giocato allo Stadio Olimpico Yves du Manoir di Colombes nei quarti di finale della Coppa dei Campioni del 1969. Dopo aver perso in casa, quasi nell’indifferenza generale l’Ajax andò a fare risultato a Lisbona, imponendo il proprio gioco. All’epoca, per stabilire chi dovesse passare il turno era prevista una terza gara, da giocarsi in campo neutro. Alla periferia di Parigi, l’Ajax dominò letteralmente i portoghesi. In generale, direi che Michels e il suo Ajax imparavano tanto dalle sconfitte, proprio per l’attitudine dell’allenatore, che studiava in maniera maniacale le gare e interveniva di volta in volta per correggere le falle nel sistema di gioco che stava costruendo».

Pensi che oggi nel 2020 ci sia qualcuno di paragonabile a Michels nel panorama degli allenatori?
«Quando è arrivato all’Ajax, Michels era un signor nessuno. Il calcio in Olanda era ancora semi professionistico e i calciatori, anche i più famosi, dovevano mantenersi con un secondo lavoro. In breve tempo, fu capace di professionalizzare l’intera squadra, staff compreso. Ovviamente parliamo di un calcio totalmente diverso. Ogni epoca calcistica ha il suo Michels: qualcuno capace di rompere gli schemi, rivoluzionare il gioco, esaltare le qualità dei propri giocatori».

Che tipo di valore ha la letteratura sportiva oggi secondo te?
«Siamo subissati di informazioni che troviamo sulla rete. Credo che la letteratura sportiva possa e debba rappresentare un mezzo per raccontare, con maggiore calma e dedicando più tempo all’approfondimento, storie e vicende dei personaggi del mondo dello sport».


Per leggere la recensione di De Generaal. La nascita del grande Ajax di Rinus Michels, clicca qui


Titolo: De Generaal. La nascita del grande Ajax di Rinus Michels
Autore: Christopher Holter
Editore: Urbone Publishing
Anno: 2020
Pagine: 127

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