L’autobiografia del tecnico alsaziano

«La gente ha amato questo club (l’Arsenal, ndr) in tutto il mondo perché era ancor di più di una squadra: incarnava un modo di far vivere lo sport, con passione, giustizia e classe. I valori di cui eravamo portatori emergevano dai nostri risultati, certo, ma anche, e in ogni momento, dal nostro modo di essere, di comportarci, di parlare. Ogni club esprime una cultura che può essere momentaneamente dimenticata, ma ricompare sempre». Se nel 2020 il primo e immediato collegamento con la parola Arsenal non è Nick Hornby e il suo splendido Febbre a 90, ciò lo si deve ad un alto signore natio di Strasburgo in Alsazia che il 1° ottobre 1996 si è insediato nel nord di Londra ed ha rivoluzionato la storia di un club ed in parte anche quella del campionato di riferimento di quel club. Anche i suoi detrattori devono riconoscere che Arsène Wenger è stato uno degli uomini che ha dato un’importante scossa alla storia della Premier League. Ne La mia vita in bianco e rosso il tecnico francese racconta il suo intero excursus sulle panchine di tutto il mondo, aprendosi al lettore e svelando i suoi valori e principi che lo hanno reso un allenatore vincente e rivoluzionario.

Il metodo di lavoro.

Nelle oltre 200 pagine edite da Baldini+Castoldi, Wenger passa in rassegna la sua intera carriera di tecnico (curiosamente fatta di squadra allenate tutte con colori bianco e rossi) che a partire dalla Francia (con Nancy e Monaco) ha toccato le sponde del Giappone per poi approdare all’Arsenal, sua vera ossessione e ragione di vita.

Wenger districa all’interno del testo partite, giocatori, persone incontrate e approcci che nel corso della sua vita calcistica gli hanno permesso di diventare il manager a 360° conosciuto in tutto il mondo e ammirato a Londra. Le origini come mediano di contenimento in un piccolo club alsaziano danno il là alla storia sportiva di un uomo che vive di calcio e si sazia di esso (appena aveva un momento libero andava a seguire personalmente le partite nella vicina Germania). L’attenzione meticolosa verso ciascun tipo di particolare portava Wenger non al controllo maniacale della vita privata dei suoi calciatori, bensì al desiderio di mettere questi nelle situazioni più adeguate per poter svolgere il proprio compito al meglio. Non deve in questo modo destare stupore che supervisionasse anche le scelte svolte dai giardinieri dei campi di allenamento in merito all’erba da utilizzare. Al campo si affiancava poi un’attività di scouting ampissima e supportata da competenze e conoscenza molto vaste: un allenatore totale e preparatissimo.

22 anni da Gunner.

Ovviamente c’è un Wenger prima del 1996 e uno successivo alla chiamata dell’Arsenal; quel boring Arsenal che annoiava, vinceva di rado e dava l’idea di non avere programmazione. Il professore alsaziano prende in mano la squadra e la plasma a sua immagine e somiglianza rendendola un club futuristico e affermato a livello nazionale. Da Ian Wright ad Henry e Van Persie, dagli Invincibili fino alla delusione della finale di Champions League di Parigi persa con il Barcellona, da Higbury all’Emirates Stadium: cambia qualsiasi cosa in casa Arsenal, ma la costante è sempre Wenger che vira dritto verso l’obiettivo prefissato di stagione in stagione. Crescita e programmazione del club, identità con i tifosi, lancio e sviluppo dei calciatori e vittorie: Wenger da manager di azienda quale diventa nel corso degli anni racconta i suoi principi che hanno portato l’Arsenal ad assestarsi ai vertici del calcio inglese e ad essere rispettato anche a livello internazionale. 22 stagioni che occupano, giustamente, più della metà del libro e che saziano soltanto in parte il desiderio di conoscenza del lettore nei confronti di un personaggio affascinante che ha regalato tanto al calcio contemporaneo, londinese e non. Merci Arsène!

L’addio di Wenger all’Arsenal.

Perché leggere La mia vita in bianco e rosso di Arsène Wenger:

se anche conoscete a memoria la storia dell’Arsenal, dubito che sappiate del primo giocatore acquistato da Wenger e visionato in una piazzola di sosta o della squadra della Toyota allenata in Giappone. Insomma, leggetelo!


Titolo: La mia vita in bianco e rosso. Le mie passioni, il mio calcio
Autore: Arsène Wenger
Editore: Baldini+Castoldi
Anno: 2020
Pagine: 211

Lascia un commento





Ti potrebbe interessare anche

paolorossi.110122020_0.jpg

5 libri che raccontano Paolo Rossi

Il-mio-terzo-tempo-Claudio-Marchisio

Il mio terzo tempo – Claudio Marchisio

Euzkadi - Edoardo Molinelli

Euzkadi – Edoardo Molinelli

i migliori libri di sport del 2018

I 10 Migliori libri di sport del 2018

Condividi
Acquista ora