Il tifo per la Lazio spiegato attraverso le storie di 50 eroi biancocelesti

«Molte tragedie, molti scandali e molta identità.
Nessuna squadra è come la Lazio».

Il termine “bastardo” si presta per identificare quei figli nati da unione illegittima che, per “colpe” evidentemente non proprie, si trovano a convivere per sempre con un’etichetta dispregiativa ed infelice. Con il tempo il bastardo si trova così a vivere una vita da incompreso, quasi esiliato dal mondo, maturando una forma di autocoscienza tutta sua. Ecco, Guy Chiappaventi, noto giornalista televisivo, con quel titolo (Laziali bastardi) riesce a rendere all’ennesima potenza l’essenza di tifare Lazio. Concetto quello della lazialità probabilmente non del tutto comprensibile a nessuno, se non ai laziali stessi. La maggior parte dei tifosi calcistici, infatti, si sarà chiesta in maniera superficiale ed impropria almeno una volta nella vita come mai se uno è nato a Roma tifi Lazio. La squadra biancoceleste si porta appresso per tutta la sua storia alcuni attributi che la rendono unica con un DNA che, se compreso, acchiappa. Sofferenza, cattiveria, dramma e rivalsa sono solo alcuni di questi termini del vocabolario laziale. E per aiutare il lettore, anche se il libro sembra proprio indirizzato alla tifoseria aquilotta, a cogliere qualche piccola pennellata di cosa voglia dire essere calati nella dimensione biancoceleste, c’è per tutto il libro un metodo efficace di focalizzarsi sui personaggi eroi della lazialità con affondi che vanno ben oltre le loro imprese di campo. Ciascuno dei 50 ritratti letterari di Chiappaventi, con una lunghezza non superiore alle 8 pagine, è introdotto da delle citazioni introduttive prese da versi di poesie o canzoni che si sposano con il profilo descritto e affiancato da bellissimi ritratti opera di Emanuele Palucci, illustratore romano, che consentono di dare un volto alle righe di narrazione. Chiappaventi, dichiaratamente laziale, non è alla prima fatica letteraria a tinte bianconceleste, avendo in passato pubblicato libri sia sulla tremenda Lazio di Maestrelli che su Luciano Re Cecconi.

I 50 bastardi.

Maestrelli e Re Cecconi che fanno ovviamente parte dell’elenco dei 50 laziali raccontati da Chiappaventi in quanto anch’essi «hanno espresso un carattere tipicamente laziale». Tanti giocatori e campioni, allenatori storici come Eriksson ed emblematici come Fascetti; non per forza i giocatori più forti passati da Formello bensì quelli a cui si lega un’anima guerriera e quella voglia di essere brutti, sporchi ma con il desiderio di affermare di essere Lazio, anche in contrapposizione al mondo giallorosso. Ci si lascia trasportare così dalla capacità passionale di Chiappaventi di raccontare le vicende di emblemi laziali altisonanti quali Di Canio e Chinaglia, ma allo stesso modo acquistano forza profili come Mauri, Ledesma o Almeyda. Tramite i volti e le storie dei 50 laziali, si entra così in profondità dello scudetto del ‘74 (tutti gli 11 titolarissimi di Maestrelli, da Pulici a Oddi, hanno il loro capitolo) e dello scandalo della retrocessione. Ci sono poi profili più “regali” come Nesta, Veron, Luis Alberto o D’Amico, fino ad arrivare ai bomber Piola, Klose ed Immobile. Senza esimersi da criticare alcuni atteggiamenti “subiti” dalla Lazio, vedi l’addio di Simone Inzaghi, Chiappaventi riesce nell’intento di seguire sempre un filo rosso che muove gli animi del tifoso biancoceleste e allo stesso tempo presenta al lettore la vita laziale. A chiosa una zona di Contenuti extra dove l’illustratore Palucci va oltre il ritratto con alcuni schizzi indelebili nella storia della Lazio, chiusi con il momento della leggenda incastonato in un nome ed un numero: Lulic 71.  

Perché leggere Laziali bastardi di Guy Chiappaventi e Emanuele Palucci:

perché è un libro che tiene assieme con passione e razionalità figure come Chinaglia, Di Canio, Gascoigne e Nesta che all’apparenza avrebbero poco da spartire.


Titolo: Laziali Bastardi
Autore: Guy Chiappaventi e Emanuele Palucci
Editore: Milieu
Anno: 2021
Pagine: 312

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