Il tramonto della Jugoslavia

Il presente.

Ipoteticamente, quanto sarebbe competitiva la nazionale di calcio jugoslava? Se lo sono chiesti, e continuano a chiederselo, in tanti. Ma la domanda non può avere risposta, perché i campioni di origine balcanica sono ormai abituati a sudare sotto casacche diverse. Quelle di Bosnia, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Per fortuna ci sono libri come L’ultimo rigore di Faruk, scritto dal giornalista bergamasco Gigi Riva, che ci ricordano quanto sia stata forte la nazionale di calcio jugoslava. E perché oggi non esiste più.

Il passato.

Il rigorista in questione è Faruk Hadzibegic, difensore che tra il 1976 e il 1995 ha giocato con Sarajevo, Betis Siviglia, Sochaux e Tolosa. Oltre che, per 61 partite, con la maglia blu ad inserti bianchi della ex nazionale jugoslava. Hadzibegic è stato l’ultimo capitano di quella selezione, disfattasi ufficialmente nel 1992 assieme al suo paese d’appartenenza. Negli almanacchi, l’ultima esibizione della Jugoslavia calcistica risulta l’amichevole disputata ad Amsterdam il 25 marzo di quell’anno, persa per 2-0 contro l’Olanda. Di fatto però l’ex repubblica socialista balcanica era già da tempo in fase di disgregazione, sciolta dalle correnti laviche dei nazionalismi che, nel prosieguo degli anni Novanta, hanno incenerito i legami politici spargendo vittime su tutto il territorio. In un tremendo battesimo di sangue, i sei stati che oggi vediamo sulla cartina hanno ritrovato vite autonome e con esse anche le rispettive selezioni calcistiche. Per questo, ai giorni nostri, possiamo solo domandarci che ne sarebbe di un’ipotetica nazionale jugoslava.

Notti magiche.

Se non altro, L’ultimo rigore di Faruk ci aiuta a ricostruirne un ricordo dettagliato. Le nefaste cronache politiche affiancano le vicende della squadra ai Mondiali italiani del 1990, con il ct Ivica Osim in panchina e il capitano Hadzibegic a guidare la truppa in campo. Era una formazione non così lontana da quella che si può fantasticare oggi, se non addirittura superiore: basti pensare a giocatori del calibro di Safet Susic e Dragan Stojkovic, sui quali l’autore si spende lungamente. Ma anche all’ex sampdoriano Srecko Katanec o ai vari Boksic, Prosinecki, Jarni, Savicevic e Suker, allora poco più che ventenni e quindi spinti dal miglior impeto giovanile (all’appello mancava inoltre Zvonimir Boban, squalificato per motivi che ritroverete nel libro). Senza dimenticare il protagonista, Faruk, e il suo ultimo rigore, divenuto simbolo di un contesto storico ed umano ben più delicato di un mondiale di calcio. Di una storia, purtroppo, tutt’altro che ipotetica.

Perché leggere L’ultimo rigore di Faruk di Gigi Riva:

per addentrarsi nella storia della ex Jugoslavia; per conoscere meglio una nazionale ricca di talenti.


Titolo: L’ultimo rigore di Faruk
Autore: Gigi Riva
Editore: Sellerio
Anno: 2016
Pagine: 184

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