Autobiografia del Campionissimo attraverso i suoi scritti

C’è la voce diretta e personale di Fausto Coppi in Non ho tradito nessuno, anzi tutto il suo cuore, la sensibilità e la modestia di grande uomo oltre che di grande campione. Volumetto interessante, minuscolo e agile nelle dimensioni, ma denso ed intenso con le sue quasi 350 pagine. L’intento di Gabriele Moroni, curatore di questa Autobiografia del Campionissimo attraverso i suoi scritti (come recita il sottotitolo) è ripercorrerne quasi per intero la vita sportiva. Gli scritti di Coppi qui riprodotti sono appunti da lui proposti nel corso di diverse annate su testate giornalistiche (vedi Tuttosport) o su periodici (Oggi e Il Campione, ad esempio). Moroni accosta cronologicamente gli interventi di Fausto in modo da ricavarne la storia, direttamente raccontata dal protagonista. Il risultato è lodevole. Non era facile comporre un simile collage di articoli già pubblicati negli anni ’50, senza incorrere in ripetizioni e sovrapposizioni. Il curatore mostra di conoscere a fondo la figura di Coppi e riesce quindi a scegliere in maniera appropriata i “pezzi autobiografici”, dosandoli abilmente e imprimendo loro linearità e scorrevolezza. La sua opera risulta così organica, omogenea, armonica.

Coppi scrittore.

Fausto ripercorre dunque la traiettoria della sua vita: ci presenta la sua famiglia, il suo primo impiego di garzone salumiere (gli resterà appiccicato per molto tempo l’appellativo di “macellaio”, con cui veniva identificato dai compaesani); ci confida le sue aspirazioni di giovane promettente ciclista e l’ostinazione nel volerle raggiungere; ci descrive con molti dettagli praticamente tutte le sue gare dagli esordi fino al 1955, quelle dei maggiori trionfi e quelle delle tremende delusioni. Il lettore resterà affascinato dalla precisione e dall’efficacia delle narrazioni: vive, schiette, sofferte. E sarà piacevolmente stupito forse di incontrare un personaggio sportivo di quel calibro, tanto abile e convincente anche come “giornalista”.

Schiettezza e modestia.

Colpisce il tono familiare e confidenziale: una modalità narrativa che ci restituisce il grandissimo campione come persona corretta, schiva, equilibrata. Non cede alle esaltazioni dei suoi trionfi o dei riconoscimenti dei suoi tifosi, non si atteggia a divo o a eroe, ma rimane sempre coi piedi per terra, anzi ben ancorati ai pedali a spingere sempre di più, a fare sempre meglio. Emerge la profonda sensibilità dell’uomo Coppi, e forse anche la fragilità e qualche debolezza della sua personalità. Non le nasconde, non le giustifica, non le altera, ma le racconta con semplicità. Ci mostra le ferite che gli hanno procurato le incomprensioni, le invidie, le ripicche, le ingiustizie subite. Non ha remore a soffermarsi anche sulle sconfitte, le giornate storte, le gare sfortunate e da lui impostate male; non ha timore o imbarazzo a parlarci dei momenti (non pochi) in cui era talmente scoraggiato e demotivato da pensare al ritiro. Riconosce di aver avuto anche tanta fortuna: la prima, fondamentale, di essere stato dotato di un fisico eccezionalmente adatto all’agonismo; e in secondo luogo di avere incontrato sul proprio cammino professionale persone pronte a incoraggiarlo, scuoterlo, ridargli convinzione e fiducia in stesso. Lui stesso accenna a qualche nome. Il suo scopritore e massaggiatore Cavanna, il carissimo e sfortunato fratello Serse e  –sorprendentemente – perfino “un certo” Gino Bartali. Il lettore troverà pagine-verità su di lui e sulla loro rivalità. Fausto pronuncia parole franche e chiare anche su questo.

Perché leggere Non ho tradito nessuno di Fausto Coppi (a cura di Gabriele Moroni):

perché dà la parola direttamente al Campionissimo; per ritrovare un Fausto Coppi vivo, appassionante, sincero; perché si tratta di un lavoro originale, ben calibrato e misurato in ogni sua parte.  


Titolo: Non ho tradito nessuno
Autore: Fausto Coppi (a cura di Gabriele Moroni)
Editore: Neri Pozza
Anno: 2019
Pagine: 344

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