Il racconto epico del calcio più entusiasmante di tutti i tempi


Cos’è il calcio? Una domanda apparentemente banale che, in realtà, ci porta nella filosofia. Se per Sacchi è «la cosa più importante delle cose meno importanti», per tanti altri è qualcosa in più, una sorta di religione pagana con il suo Olimpo, i suoi dei, la sua epica. Quel che è certo è che il pallone, nel suo senso più superficiale, è spettacolo. Panem et circenses 2.0, teatro in perenne movimento. In quest’ottica, è inutile fare troppa retorica: in quel della vecchia Albione restano più avanti. Lassù, dove si fregiano di averlo inventato il football, sono stati i primi a intuirne le evoluzioni e a trasformare questo sport nel più grande spettacolo (pure economico) che sia mai esistito, o quasi. C’è tutto questo in Premier League. Il racconto epico del calcio più entusiasmante di tutti i tempi di Nicola Roggero (2019, Rizzoli), stimato giornalista e apprezzato telecronista di Sky: un’antologia calcistica che, almeno in Italia, non aveva precedenti.

Dal 1888 a oggi.

C’è una data d’inizio: 1888. William McGregor, commerciante di stoffe di Birmingham e numero uno dell’Aston Villa, decise di dare vita alla Football League, antenata della Premer (nata nel 1992). Un vero e proprio campionato con partite di andata e ritorno e classifica finale. Allora, infatti, si giocavano solo amichevoli e i soldi arrivavano dal pubblico che già assiepava i primi, rudimentali impianti. A quella rivoluzione, inizialmente, non presero parte i club londinesi, che ritenevano il pallone uno sport di secondo livello. Roba per la working class. Be’, ebbero modo di ricredersi. Dal 1888 a oggi, Roggero ci accompagna in un viaggio nella storia fatto di personaggi e squadre mitiche, di partite mitologiche e tragedie. C’è tutto nelle 335 pagine di Premier League: le 349 reti del bomber Toffees Dixie Dean negli Anni Venti e il miracolo del Leicester di Ranieri; i Busby Babes e il fenomeno hooligans; Bill Shankly e l’epopea italiana dell’ultimo ventennio; lo sporco Leeds e la geniale ribellione di Clough.

Apologia di un calcio unico.

Un’antologia calcistica, dicevamo. Perché Roggero segue la linea della storia. Ma potremmo anche definire Premier League una brillante apologia di un calcio tanto spettacolare quanto, spesso, ritenuto anche privo di “scienza”: tutti all’attacco e via. L’autore non lo nega, semplicemente spiega. La narrazione scorre via liscia come una trama di gioco di Guardiola, non ci si perde mai. Non c’è uno schema preciso, personaggi e accadimenti si alternano in un fluire narrativo che diventa quasi melodia per chi apprezza aneddoti e racconti. Chi ha in mente l’oratoria di Roggero nelle sue telecronache, apprezzerà sicuramente la sua scrittura, poiché i due elementi si sovrappongono alla perfezione in una sorta di marchio di fabbrica assolutamente distinguibile e per questo apprezzabile. Citando proprio l’autore, forse manca «l’ombrellino nel long drink», il guizzo finale, il colpo di genio in grado di risolvere la partita. Ma stiamo, oggettivamente, cercando il pelo nell’uovo.

Gli errori presenti nel libro.

Dall’altro canto, è anche vero che nelle pagine sono presenti anche degli errori, come se Roggero si fosse affidato eccessivamente alla propria (seppur enciclopedica) memoria tralasciando un controllo accurato. Per dire: non è vero che “Gazza” Gascoigne, nella semifinale di FA Cup del 1991, segnò all’Arsenal dopo una pazzesca serpentina senza una scarpa, ma segnò su punizione; così come non è vero che la squalifica dalle competizioni europee per le squadre inglesi dopo la tragedia dell’Heysel penalizzò il Norwich, formazione che nel 1993 in Coppa Uefa giocò e, dopo aver eliminato il Bayern, perse con l’Inter. E ancora: Howard Kendall non lasciò l’Everton nel 1986 per andare al Barcellona, bensì nel 1987, dopo il titolo, per andare al Bilbao; mentre Sir Alex Ferguson non si affidò alla “class of ‘92” dopo il double del 1994, bensì alla fine del 1995, dopo aver perso la Premier con il Blackburn e la finale di FA Cup contro l’Everton. Forse un editing più certosino avrebbe evitato questi inciampi. Allo stesso tempo, sebbene sia giusto segnalare gli errori, va anche detto che si tratta di gocce in un oceano di storie in grado di dare vita a un vero e proprio romanzo. E il merito di essere riuscito a scrivere un’opera del genere senza mai annoiare supera ogni possibile critica.

Perché leggere Premier League di Nicola Roggero:

era il libro che mancava. E, leggendolo, si ha l’impressione di ascoltare una serie di affascinanti e coinvolgenti favole della buonanotte che vorresti non finissero mai.


Titolo: Premier League. Il racconto epico del calcio più entusiasmante di tutti i tempi.
Autore: Nicola Roggero
Anno: 2019
Editore: Rizzoli
Pagine: 335


Per leggere l’intervista a Nicola Roggero su Premier League clicca qui.

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