L’autobiografia di una leggenda del tennis

Fili di memoria.

A novant’anni suonati Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, consegna ai posteri la sua autobiografia intitolata Se piove, rimandiamo. E per noi è una fortuna, per il dono di una lettura rasserenante e per la possibilità di ascoltare dalla sua viva voce (o, meglio, dalla sua brillante penna) il racconto di una vita originale. Da Tunisi, «dove tutto ebbe inizio» fino all’ultima sezione intitolata Parce sepulto, il capitolo finale in cui Pietrangeli stila una sorta di “testamento”. Il libro si rivela leggero, vivace e a suo modo saggio. Non che Nicola voglia per forza esibire la saggezza, frutto “fisiologico” dell’accumularsi degli anni. Non sappiamo nemmeno se egli si ritenga in grado di insegnare alcunchè. L’intenzione dichiarata è invece quella di riannodare i fili della memoria per sentirsi meno solo (via via che la compagnia degli amici è andata assottigliandosi), bearsi dei ricordi relativi alla propria luminosa carriera, restituire coerenza e significato a un’esistenza in apparenza senza regole e senza ordine. L’autore parla di sé in prima persona, rivolgendosi con spontaneità e confidenza a noi lettori. Introducendo i suoi tifosi, gli appassionati di tennis, o semplicemente chi apprezza la buona scrittura nel suo mondo, nella realtà tennistica degli anni ’50, ’60, ’70 e nella sua personalità eccentrica, versatile, burlesca. Quanto al titolo, Se piove, rimandiamo, ne troverete spiegazione nelle pagine finali.

Pietrangeli e Nicola.

Da vero romano d’adozione, Pietrangeli si è immediatamente adattato a quell’ambiente e al suo spirito. Nonostante i disagi della propria infanzia – esule e sfollato con la propria famiglia caduta in disgrazia -, nella capitale ha alimentato la propria indole goliardica, scanzonata, apparentemente incauta. Come precisa lui stesso, l’atleta Pietrangeli non veniva assecondato e supportato dallo sbarazzino Nicola. Il suo talento era naturale, la tecnica innata, l’inclinazione sportiva congenita. E, si badi bene, il primo amore non fu la racchetta ma il pallone. Il tennis fu prima un ripiego e poi l’occasione e la possibilità di girare il mondo, spaziare, divertirsi. Non ci soffermiamo sui risultati ottenuti e i record raggiunti (alcuni, tra l’altro, ancora insuperati): tutto è ben documentato nel libro, in maniera semplice e colloquiale. Troviamo anche cenni alle gare più importanti, contestualizzate e tutt’altro che enfatizzate. Nicola è consapevole di aver fatto la storia del tennis italiano (e di esserne il più forte?), ma anche cosciente dei propri limiti e della propria indolenza. Soddisfatto del proprio curriculum sportivo, ma ancor più contento – forse anche a dispetto della disciplina richiesta – di aver vissuto intensamente amicizie, amori, ambizioni personali. Cimentandosi in ambito televisivo e cinematografico, frequentando il jet set, inseguendo la mondanità con classe e savoir faire. La sua era una personalità atipica e scomoda, schietta e immediata, libera e risoluta. Compagnone e gaudente, ma anche affidabile e serio, poliedrico e ingegnoso. Come testimoniano le varie attività intraprese dopo il periodo dell’agonismo e la rottura con la Federazione tennistica.

“Peter Pan abbronzato”.

Certamente, in questo libro, Pietrangeli si toglie più di qualche sassolino su vicende e diatribe a cui la cronaca a suo tempo aveva dato risalto. Qui espone la sua versione, con pacatezza e senza particolare foga o livore. Con chiarezza e determinazione. Citando episodi, nomi, momenti particolari. I bersagli? Oltre alla Federtennis e al suo erede Adriano Panatta, la cosiddetta “Open Era”… Ma non è, come detto, particolarmente interessato a polemizzare e a denigrare. E, per la verità, nemmeno a celebrarsi o ad autoesaltarsi. Gli basta affidarci la sua parabola sportiva e umana con sincerità e semplicità, senza nascondere le ombre e volendo dire la sua in maniera definitiva su controversie o situazioni difficili in cui si è cacciato, o in cui è stato trascinato. Facendoci intravedere le sue spiccate caratteristiche di ricca umanità. Quanto alle sue doti atletiche, non si pronuncia direttamente, ma si affida alle parole del suo grande amico ed esperto Gianni Clerici: «Un Peter Pan abbronzato che con la racchetta sapeva far impazzire il mondo». Tanto per cominciare…

Perché leggere Se piove, rimandiamo di Nicola Pietrangeli:

perché l’autobiografia del più grande tennista italiano, scritta in maniera brillante e colloquiale, ci presenta un Nicola Pietrangeli – atleta e uomo – appagato, pacificato, sereno.


Titolo: Se piove, rimandiamo
Autore: Nicola Pietrangeli
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2023
Pagine: 242

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