I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone


«I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone», recita il sottotitolo di questa Storia reazionaria del calcio, ma non preoccupatevi: non ci troviamo di fronte ad un trattato di sociologia del pallone, visti anche i profili dei due autori, il polemista milanese Massimo Fini e il giornalista sportivo (nonché allenatore di calcio femminile) veneto Giancarlo Padovan. Piuttosto, si tratta di una sorta di pamphlet, contenente le riflessioni a 360° sul calcio contemporaneo di Fini e Padovan, i quali si alternano di capitolo in capitolo nella scrittura – con una scelta editoriale forse non felicissima, visto che bisogna sempre ritornare all’Avvertenza a pag. 10 per capire chi sta parlando di volta in volta. In fondo al volume, la Postfazione di Antonio Padellaro è seguita da un’utile rassegna cronologica dei cambiamenti delle regole del calcio, dalla sue origini ad oggi, curata da Massimo Fiandrino.

Divagazioni su un mondo al crepuscolo.

Niente di sistematico, quindi: piuttosto, una cavalcata doppia attraverso temi quali l’attuale commercializzazione del calcio, la perdita dei riti per i tifosi, l’ingresso della Var nella quotidianità di calciatori e tifosi, l’emergere della presenza femminile sugli spalti e i campo. Ciò che viene raccontato è un mondo ormai al suo crepuscolo (quello del calcio giocato e seguito da Fini e Padovan nella loro gioventù), dei suoi valori, soprattutto dei suoi personaggi non per forza più famosi, ma più significativi.

Gli aneddoti del polemista.

Da tifoso, Fini trova i suoi momenti d’ispirazione maggiore nel descrivere le gesta ma soprattutto la legacy sentimentale dei propri idoli calcistici (Dragan Stojkovic, o Ruud Van Nistelrooy, contrapposto polemicamente a Cristiano Ronaldo), e non solo (il ciclista olandese Rik Van Steenbergen, il pugile “Boom Boom” Mancini): la tenacia, la pazzia, l’essere fuori dagli schemi, il destino già scritto di outsider, l’ingiustizia subita sono i caratteri di questi sportivi nei quali evidentemente il polemista – tifoso granata – si riconosce. Meno riuscite molte pagine in cui Fini si lancia appunto nelle polemiche di cui è maestro, proprio perché si avverte nettamente la mancanza del contatto con le persone reali: paradigmatico, in questo senso, è l’incendiario capitolo dedicato alle donne, che Fini vede bene solamente lontano dal campo di gioco, e persino dagli spalti.

Gli aneddoti del giornalista (e allenatore).

Padovan, da canto suo, col calcio femminile ha avuto a che fare, essendo stato per molti anni allenatore (nonché amante, in qualche caso) di calciatrici. Anche riguardo al calcio maschile, Padovan può mettere in gioco un repertorio fantastico di aneddotica legati al giornalismo sportivo, una galleria di direttori lunatici, colleghi invidiosi, trasferte improbabili, collaborazioni sgangherate: al pari di Fini, anche l’ex direttore di Tuttosport non ha peli sulla lingua, e fa nomi e cognomi di personaggi, alcuni dei quali dotati normalmente di ottima nomea.

Addio in grande stile.

La Storia reazionaria del calcio, scritta almeno per la parte di Massimo Fini per celebrare la sua decisione di abbandonare uno sport «che non mi piace più, che non corrisponde più, che è lontanissimo, per mentalità metodi, anima da quello della mia giovinezza», può diventare interessante per il lettore coscientemente intenzionato a impattarsi con le idee forti (in certi casi, fortissime, sfrontate) di questi due intellettuali, i quali saranno capaci di trascinarlo nella nebbia di un San Siro che non c’è più, nella redazione di un piccolo giornale vicentino, nell’Europa degli anni Settanta in cui i giovani si riconoscevano nella rivoluzione del calcio totale olandese, nella depressione galoppante della curva granata del post-Lentini.

Perché leggere Storia reazionaria del calcio di Massimo Fini e Giancarlo Padovan:

per mettersi in ascolto di due pensatori sportivi controcorrente, e dei loro impagabili aneddoti


Titolo: Storia reazionaria del calcio
Autore: Massimo Fini e Giancarlo Padovan
Editore: Marsilio
Anno: 2019
Pagine: 263

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