L’indimenticabile impresa di Abebe Bikila alle Olimpiadi di Roma del 1960

L’impresa di Abebe Bikila è entrata nella leggenda nell’istante stesso in cui si è compiuta. Quando l’etiope ventottenne, scalzo, arrivò da solo al traguardo all’Arco di Costantino la sera del 10 settembre 1960 dopo 42,195 km di corsa, vincendo l’oro olimpico, fece il suo ingresso nell’Olimpo dello sport. Dopo 60 anni di Bikila si parla ancora, perché quella vittoria contro ogni previsione è stata uno di quei momenti che costruiscono la storia dello sport. E proprio nel sessantesimo anniversario di quella serata dai contorni leggendari, 66thand2nd ha portato in Italia Vincere a Roma del francese Sylvain Coher, l’occasione ideale per rivivere quella corsa.

In corsa con Bikila.

Leggere Vincere a Roma significa correre la maratona dell’Olimpiade del 1960 al fianco di Abebe Bikila. Il libro comincia al chilometro 0 e termina al chilometro 42. È scritto in prima persona, a parlare è Bikila stesso. In 144 pagine ci porta con lui, vediamo quello che vede lui, proviamo quello che prova lui, pensiamo quello che pensa lui. È una narrazione naturalmente arbitraria quella di Coher, che non può sapere davvero quali fossero i pensieri dell’atleta etiope in quelle due ore e un quarto e poco più di gara. Ma è questo il bello del libro e la sfida dell’autore: provare a entrare nei pensieri di quel soldato etiope che si ritrovò per le strade della capitale del paese che aveva sottomesso il suo, con il compito di prendersi una rivincita a nome di tutta l’Africa. Ha un ritmo intenso e regolare la scrittura di Coher, proprio come una gara di lunga durata; mentre si legge sembra quasi di sentire il rumore dei passi di Bikila e del suo avversario in fuga con lui dal quindicesimo chilometro, il marocchino Rhadi Ben Abdesselam.

La maratona di Roma 1960.

Chi era Bikila.

L’espediente narrativo scelto dall’autore francese si rivela vincente sostanzialmente per due motivi: da una parte il racconto in prima persona a ritmo di corsa rende la lettura scorrevole e rapida al punto giusto; dall’altra la scelta di far parlare – con i pensieri – Bikila stesso permette all’autore di fornirci tutte le informazioni necessarie sull’etiope. Attraverso i ricordi, i flashback e i ragionamenti del corridore veniamo infatti a conoscenza della sua infanzia e della sua famiglia, della sua fede (diversi i salmi recitati durante la gara), del suo rapporto con l’allenatore e con l’allenamento, dell’amore per il suo paese. In 144 pagine, da leggere possibilmente senza interruzioni proprio come fosse una maratona, Coher ci fa rivivere una delle più grandi imprese della storia dello sport dalla prospettiva di colui che l’ha realizzata. E possiamo provare cosa significò, per un soldato etiope, vincere a Roma.

Perché leggere Vincere a Roma:

per vivere l’affascinante esperienza di correre a piedi nudi per le strade di Roma al tramonto.



Titolo:
Vincere a Roma
Autore: Sylvain Coher
Editore: 66thand2nd
Anno: 2020
Pagine: 144

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