Storia, mito e protagonisti di Italia-Germania 4-3

Italia-Germania 4-3 è la partita del secolo. È un dato di fatto, tramandato da decenni, che nessuno osa contestare. Quella semifinale del Mondiale del 1970 è e sarà sempre la più grande e bella partita mai disputata. I più giovani potrebbero chiedersi come mai, cosa abbia avuto quel match di così speciale, e in periodo di lockdown hanno avuto la possibilità di rivedersela nelle svariate repliche mandate in onda dai network televisivi. Ma forse riguardare l’incontro in tv non basta, perché quelle immagini a cinquant’anni di distanza non comunicano appieno il significato di ciò che accadde quel giorno allo stadio Azteca. E allora per capire come mai Italia-Germania 4-3 sia la partita del secolo, è necessario far ricorso alla letteratura. Con il cinquantesimo anniversario del “partido del siglo” (come è chiamata in Messico), sono apparsi sugli scaffali delle librerie ben quattro volumi dedicati all’argomento. La ristampa de La partita del secolo di Nando Della Chiesa è stata affiancata da tre novità assolute: 4 a 3 di Maurizio Crosetti, Quattro a tre di Alberto Facchinetti e Roberto Brambilla e La partita del secolo di Riccardo Cucchi.

Quella foto iconica.

La pubblicazione firmata dal popolare ex radiocronista di Radio RAI si distingue per una splendida copertina, con la celebre foto dell’esultanza di Gianni Rivera abbracciato da Gigi Riva dopo aver siglato la rete decisiva che campeggia a tutta pagina. Immagine in bianco e nero, con l’unica eccezione dell’azzurro delle due maglie dei giocatori in questione. Anche il font scelto per il titolo risulta vincente, assomigliando a quello caratteristico del logo ufficiale di Mexico 70. Copertina che porta il lettore subito a Città del Messico, che è ovviamente la meta del breve viaggio che l’autore propone al lettore. Un viaggio che dura poco più di 140 pagine, dove Cucchi non si perde in fronzoli, e va piuttosto velocemente al sodo, raccontando il match che andò in scena allo Stadio Azteca il 17 giugno 1970. Cucchi ci porta nel salotto di casa sua quella notte, quando alla mezzanotte italiana fu fischiato l’inizio della contesa, e si lancia nella narrazione della partita del secolo.

Città del Messico, 17 giugno 1970: Italia-Germania 4-3.

Cronaca vs epica.

Da grande cronista, abituato a raccontare quello che vede senza aggiungere considerazioni superflue, Cucchi sceglie di descrivere con efficacia lo svolgimento del match senza l’aggiunta di inutili orpelli stilistici. La cronaca è arricchita da diverse digressioni, dove vengono ritratti alcuni dei protagonisti delle due nazionali in campo. Il lettore ha così la possibilità, mentre segue lo svolgimento del gioco, di scoprire qualcosa sulle carriere di Boninsegna e Rivera così come di Schnellinger e Gerd Müller. Apprezzabilissimo il capitolo dedicato al cantore di quell’epica partita, Nando Martellini, ritratto in punta di penna. A mancare nel libro, forse, è proprio un po’ di epica. Al termine della scorrevole narrazione si avrà certamente la percezione che il match è stato entusiasmante, ma ci si potrebbe ancora chiedere come mai abbia assunto i contorni di incontro leggendario. D’altra parte l’autore, come detto, è un grande cronista, e un cronista descrive, racconta, riporta, lasciando da parte enfasi e retorica. Vien da chiedersi se sia possibile raccontare senza retorica una partita che già nella definizione “del secolo” ne è intrisa, senza correre il rischio di svuotarla di una parte del suo carico emozionale. Ma è evidente che a Riccardo Cucchi non interessa trascinare il lettore nell’ampollosità dell’epopea. Vuole semplicemente raccontargli quello che è successo, con precisione e ritmo, proprio come faceva quando parlava al microfono.

Perché leggere La partita del secolo:

perché il mito va imparato e tramandato.



Titolo:
La partita del secolo
Autore: Riccardo Cucchi
Editore: Piemme
Anno: 2020
Pagine: 144

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