La biografia ufficiale dello Special One

Salto indietro.

Prima di cominciare a leggere è necessario premere il tasto rewind e tornare indietro fino al 3 giugno 2008. Quel giorno José Mourinho tenne la sua prima conferenza stampa da allenatore dell’Inter, impressionando tutti per la profondità delle risposte e la già buona padronanza della lingua italiana. Quel che è venuto dopo è storia nota: l’allenatore portoghese ha vinto qualsiasi cosa, con i nerazzurri e le squadre successive ovvero Real Madrid, Chelsea (un ritorno) e Manchester United. Il libro di Luis Lourenço, giornalista ed amico di Mou, ha visto la luce nel 2008 e non tratta di tutto questo. Il focus riguarda gli anni precedenti e in particolare il quadriennio 2000-2004, da cui Mourinho emerse come «un rispettato allenatore con una notevole serie di trofei malgrado la breve carriera». Così si chiude l’opera di Lourenço e così José si presentò al Chelsea nella sua prima esperienza londinese. Poi fu Inter e fu Triplete eccetera eccetera.

Quattro mani.

Il libro ci invita a sgombrare il campo dai ricordi più recenti: si torna ad inizio millennio quando non c’era ancora lo Special One ma solo uno speciale assistente di Louis Van Gaal al Barcellona. Il salto indietro nel tempo potrebbe apparire limitante e invece si rivela un punto di forza della biografia che peraltro, in attesa di nuove iniziative, rimane l’unica ufficiale di Mourinho. Negli anni sono fiorite le pubblicazioni sul suo conto, lui stesso ha firmato una personale raccolta fotografica nel 2015. In questo mare d’inchiostro il libro di Lourenço risulta arretrato solo dal punto di vista cronologico, ed anzi mantiene una sua autenticità specifica anche perché composto a quattro mani: le due dell’autore e quelle dello stesso José che assurge più volte al ruolo di voce narrante. Ad introdurre il tutto la sezione curata da Fabio Licari che parla più brevemente dei primi anni con il Chelsea (2004-2007). Poi ritroviamo Mourinho alle prese coi primi amori professionali: Benfica, Uniao Leiria e Porto. I capitoli illustrano l’agguerrita personalità del portoghese ma soprattutto la sua metodologia di lavoro e proprio su questo vale la pena soffermarsi.

Che allenatore!

Col passare del tempo, da quel giugno 2008 in poi, il tecnico lusitano è diventato fenomeno sempre più mediatico. Spesso i giornalisti italiani lo rimpiangono dicendo che lui regalava un titolone al giorno. Di certo Mourinho si è prestato magistralmente al balletto con la stampa, ovunque e comunque, al punto che spesso si porge più attenzione alle sue filippiche che alle strategie di gioco. Ma dietro agli «zero tituli», ai «Porqué» lamentosi di Madrid e alle dichiarazioni più piccate rimane un allenatore capace di vincere 6 trofei in 2 stagioni con il Porto, o di portare la piccola Uniao Leiria al quarto posto in campionato. Senza un passato da calciatore ma con passione smisurata e preparazione tattica maniacale. Il libro di Lourenço ci riconsegna questo Mourinho, il virgulto prima della fioritura ai massimi livelli. Una possibile pecca è la cronaca di alcuni momenti che scivolano via un po’ troppo “lisci”, come la finale di Champions League 2004 che ha rappresentato l’apice di quel Mourinho. Tutto il resto è calcio allo stato puro.

Perché leggere Mourinho di Luis Lourenço:

perché è scritto da una fonte ravvicinata; perché ci riporta alle origini di Mourinho e del suo metodo di lavoro; perché diverse pagine sono scritte da Mourinho stesso.



Titolo:
Mourinho
Autore: Luis Lourenço
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Pagine: 293

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