Michael Jordan e i Chicago Bulls 1991

Nel 2020 si è parlato tantissimo di Michael Jordan, quasi come negli anni in cui splendeva sul campo da basket. Prima è arrivata in Italia The Last Dance, docu-serie tv sui Chicago Bulls che ha incollato allo schermo migliaia di persone. Poi è stata la volta di AIR, opera biografica curata dal Premio Pulitzer David Halberstam. Quindi ecco a inizio 2021 anche The Jordan Rules, libro scritto da Sam Smith (famoso giornalista) nel 1992 e tradotto per la prima volta in italiano da Baldini+Castoldi (e da Riccardo Vianello nella fattispecie). È un testo di ben seicento pagine, che ripercorre la prima stagione vincente dei Bulls allenati da Phil Jackson (1990-1991). Per forza di cose, Michael Jordan diventa il protagonista principale (la copertina, molto bella, è tutta per lui). Perché era la stella della squadra ma anche un personaggio di enorme richiamo mediatico. Due sono dunque gli obiettivi di Sam Smith: farci vivere un’intera stagione NBA dall’interno e mostrarci come fossero le relazioni tra Jordan, «la più grande star nella storia degli sport di squadra», e i suoi compagni.

Insostenibile.

Sul primo versante, l’autore raggiunge certamente lo scopo: ognuno dei dodici capitoli contiene un mese del campionato ’90-’91, dalle prime partite di stagione regolare sino alle finali contro i Los Angeles Lakers. La lettura scorre rapidamente tra resoconti di campo, descrizione dei personaggi coinvolti, retroscena di spogliatoio ed altre situazioni del genere (pochi i refusi). Per quanto riguarda Michael Jordan invece, l’impressione è che Smith cerchi di sottoporci soprattutto il suo lato più “debole”, ovvero gli aspetti spinosi della sua personalità. Lo sviluppo del libro sembra rafforzare la tesi iniziale, e cioè che «a volte Jordan poteva essere acido, tendenzioso e fastidioso. Come tutti noi, insomma». I fatti e le opinioni riportate insistono su quella che viene definita la «vena abrasiva» del grande numero 23. Anche chi ha guardato The Last Dance sa che la vita accanto a Michael Jordan non era tutta rose e fiori. La sua voglia di vincere si è spesso rivelata ingombrante per chi gli stava attorno, così come il suo status di superstar globale. Sam Smith, che seguiva i Chicago Bulls quotidianamente, rimarca molto questa «insostenibile pesantezza» di MJ.

Grande Fratello.

Già nel titolo: le cosiddette Jordan Rules erano le tattiche che gli avversari preparavano ad hoc contro Michael, ma pure le speciali regole che valevano solo per lui all’interno della squadra. Non sempre i compagni sono stati al gioco. Più volte i Bulls sono parsi una polveriera sull’orlo di esplodere. Dal suo punto di vista privilegiato, Smith cerca di «portare il lettore sul bus o sull’aereo del team, di farlo sedere accanto ai giocatori mentre parlano di compagni, allenatori, dirigenti e amici vari». Il risultato è un’opera molto godibile perché documentatissima, ma forse, in alcune pieghe, un po’ ridondante. L’autore sfrutta le innumerevoli testimonianze raccolte per offrirci una sorta di “Grande Fratello” dei Chicago Bulls. Talvolta però l’immenso lavoro di cronaca sembra spingersi un po’ oltre il necessario, soprattutto nei confronti di Jordan le cui fragilità ed escandescenze sono evidenziate a più riprese. Può essere questo il potenziale limite di un libro che lascia tanto spazio all’analisi dei rapporti umani, deviando forse un po’ troppo in un’aneddotica dal sapore “gossipparo”, se così si può dire. Lo stile di scrittura infine pare più adatto agli esperti di pallacanestro, mentre chi non conosce bene la materia potrebbe fare più fatica a seguire tutto il racconto.

Alcune azioni di Michael Jordan nella stagione 1990-1991.

Perché leggere The Jordan Rules di Sam Smith:

perché se siete amanti del basket troverete tanto pane per i vostri denti; perché è un libro ricchissimo di dettagli, su Michael Jordan ma non solo.


Titolo: The Jordan Rules
Autore: Sam Smith
Editore: Baldini+Castoldi
Anno: 2021
Pagine: 607

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