Storie e ritratti del calcio in Germania Est

«È una storia di confronti e di sovrapposizioni, di prevalenze del proprio ideale politico e non solo, dando una dimensione di quanto il calcio abbia avuto un ruolo quasi predominante nell’ambito della Guerra Fredda e di quanto poi allo stesso abbia rappresentato un punto di contatto imprescindibile per i due popoli tedeschi».

Il calcio come punto di contatto, ma anche come metro di paragone, voglia di rivalsa ed anche in certi casi strumento quasi vendicativo. Questo è il focus attorno a cui ruota DDR. La guerra fredda del football, breve phamplet di racconto di quello che è stato l’evolversi e l’imporsi del fenomeno calcistico in Germania Est fino al 1989. Infatti, a celebrazione della ricorrenza dei 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Vincenzo Paliotto assieme alla casa editrice Urbone Publishing, a cui ci sentiamo di fare un amichevole tirata d’orecchi per l’impaginazione scolastica che non rende giustizia all’interessante argomento trattato, ha dato voce e struttura ad un calcio morto e defunto il 9 novembre 1989. Paliotto non è nuovo a lavori del genere: oltre allo studio svolto attorno alle rivalità calcistiche europee e sudamericane (Clasicos), aveva scritto sempre per Urbone publishing nel 2015 Stasi Football Club. La Stasi, Erich Mielke e la Dynamo Berlino (la squadra della Stasi) sono alcuni dei protagonisti del testo che ha un obiettivo ben preciso: descrivere capitolo per capitolo personaggi e soprattutto partite in cui il calcio della Germania Est si è distinto in confronti serrati contro avversarie europee, in particolar modo contro squadre della Germania Ovest. Un testo che trattava argomenti analoghi è C’era una volta l’Est, scritto da Roberto Brambilla e pubblicato da Edizioni In Contropiede ad inizio 2019. A differenza del libro di Paliotto, Brambilla racconta meno delle partite delle squadre di club, mentre si inserisce di più nelle pieghe delle vicende della nazionale della Germania Est e descrive più approfonditamente i ritratti dei protagonisti.

Est vs Ovest.

L’autore apre il libro con una premessa fondamentale per comprendere l’evolversi della vicenda: lo sport in Germania Est era uno strumento politico di propaganda ed il calcio doveva allinearsi e portare lustro al paese così come accadeva nelle altre discipline agonistiche. Le commistioni tra calcio e politica non si riducevano soltanto al caso arcinoto della Dynamo Berlino: infatti molti tra i calciatori e tra i tifosi delle squadre più rappresentative erano agenti della Stasi che in incognito dovevano riportare ogni tipo di informazione sovversiva pensata contro il governo (Paliotto dedica un intero capitolo a quei calciatori che sfruttavano le trasferte europee per non tornare più al di qua del Muro, i cosiddetti “traditori dello Stato”). Essere un calciatore in Germania Est voleva dire principalmente essere strumento di confronto e scontro contro la Germania Ovest, paradigma di tutto il mondo occidentale. Per questo le pagine di Paliotto elencano moltissimi “nuovi Sparwasser”: giustizieri europei di squadre della Germania Ovest! E forse proprio in questo “elencare” c’è il limite principale del libro: l’autore svolge infatti un lavoro molto preciso e puntuale, documentato ulteriormente dalle fonti letterarie anche in lingua poste alla fine del testo (nota di merito per aver distinto tra bibliografia letteraria, giornali, riviste, siti e film). Eppure appare sempre come se l’anfratto descritto in ciascuno dei capitoli necessitasse di ulteriori approfondimenti per essere pienamente capito. Il boccone della tematica trattata è certamente succulento, ma l’autore è sembrato quasi farsi prendere dalla foga di raccontare tante cose senza però offrire una visione dettagliata degli spunti toccati. Personaggi leggendari, proprio perché cresciuti e affermatisi in un contesto così sui generis, quali Kirsten, Doll e Thom vengono a malapena accennati, lasciando al lettore un po’ di rammarico. Da un libro del genere il lettore ne esce più responsabilizzato ad andare a fondo della vicenda con le mille domande che il libro genera, ma alle quali fatica a offrire elementi per poter rispondere.

Perché leggere DDR. La guerra del football di Vincenzo Paliotto:

perché più le pagine passano e più ti trovi a simpatizzare per la Dynamo Dresda o per il Carl Jeiss Jena contro i “cattivi” della Germania Ovest.


Titolo: DDR. La guerra fredda del football
Autore: Vincenzo Paliotto
Anno: 2019
Editore: Urbone Publishing
Pagine: 134

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